Gli effetti dell’inflazione sugli affitti pagati per le abitazioni, quali sono le previsioni per il prossimo anno
Le conseguenza dell’inflazione non sono visibili esclusivamente sui prezzi al dettaglio dei prodotti di largo consumo o sui costi dei carburanti alla stazioni di servizio. Investono beni e servizi, in senso positivo con le rivalutazioni delle prestazioni erogate dallo Stato, basta pensare alle perequazioni annuali delle pensioni e dell’assegno unico e universale per i figli.
Ma anche negativamente, con ritocchi alle tariffe di servizi e utenze o alle rivalutazioni previste per i canoni di locazione. Infatti è prevista dalla norma che questi, per non subire la svalutazione dovuta all’inflazione, vengano adeguati ogni anno al tasso di aumento dei prezzi registrano nei 12 mesi precedenti. Significa che se i proprietari avranno degli incrementi degli importi ricevuti, i conduttori – gli inquilini – dovranno pagare di più.
Aumenti degli affitti delle case, quali prospettive
Dunque considerando l’attuale andamento dei prezzi al consumo, è molto probabile un incremento consistente dell’inflazione anche per il prossimo anno. Nell’ultima Nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) il Governo ha indicato una stima dell’inflazione del 2023 al 5,4%, abbassandola dello 0,2% dalla precedente previsione.
L’indice definitivo però sarà reso noto dall’Istat nelle prossime settimane, anche se le eventuali variazioni potrebbero essere minime. L’indice ufficiale Istat serve anche per le rivalutazione dei canoni di affitto, ma l‘indicizzazione deve essere chiaramente prevista da una clausola del contratto registrato. L’adeguamento annuale al tasso di inflazione non coinvolge tutti i contratti di locazione, ne sono esclusi quelli che prevedono la cedolare secca, esente dalla rivalutazione Istat.
L’adeguamento si applica alla fine annuale del contratto e dura per tutto l’anno successivo, mentre l’indice utilizzato è quello Istat Foi (Indice nazionale dei prezzi al consumo per la famiglie di operai e impiegati). L’aumento del canone mensile si calcola riferendosi all’indice Foi del mese che precede quello di scadenza del contratto annuale.
Altra osservazione importante da fare riguarda proprio l’ammontare dell’adeguamento che è pieno (al 100%) per i contratti di locazione a uso abitativo, mentre è ridotto per quelli per gli affitti ad uso commerciale (al 75%). Quindi è probabile che i canoni di affitto per le abitazioni crescano nel 2024 almeno del 5,4% rispetto all’anno in corso.
Alcuni esempi rendono la questione più evidente. Se l’Istat confermerà le previsioni del Governo con inflazione al 5,4% un canone mensile 1.000 euro avrà un incremento di 54 euro al mese, un canone di 800 euro mensile crescerà di 43,20 euro al mese, mentre uno di 1.200 avrà un aumento mensile di 64,80 euro.