La parola “colera” richiama nella nostra mente realtà lontane nel tempo e nello spazio. E invece la malattia è tornata alla carica anche nel Belpaese.
Tra le tante emergenze per cui verrà ricordata questa strana estate 2023 c’è anche quella del colora. Un uomo sui 70 anni è stato ricoverato in isolamento nelle scorse ore, nel reparto Malattie Infettive del Vito Fazzi di Lecce, dopo che è risultato positivo al microorganismo responsabile del colera. Dall’indagine epidemiologica è emerso che avrebbe assunto alimenti a rischio. Ecco gli ultimi aggiornamenti sul “caso”.
Partiamo dalla buona notizia. L’Asl di Lecce ha comunicato in una nota che le condizioni generali di salute del paziente sono buone, precisando che sono in corso approfondimenti “per la tipizzazione del vibrione, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, mentre l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata svolgerà le indagini di laboratorio sugli alimenti assunti dal paziente e sulle acque utilizzate dall’uomo che non sono provenienti dall’Acquedotto”.
Le ipotesi sul caso accertato di colera
Il paziente in questione è risultato positivo a un altro microrganismo responsabile di sintomatologia gastroenterica, per cui non si esclude che il vibrio Cholerae isolato sia del tipo non tossigeno, cioè non pericoloso. Anche i familiari dell’anziano sono sotto osservazione e hanno già effettuato esami di laboratorio. Insomma, la situazione è sotto controllo, sia sotto il profilo sanitario che epidemiologico.
“I frutti di mare devono essere consumati cotti”, avverte il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, Alberto Fedele. Sono proprio i comportamenti imprudenti a esporre a rischi potenzialmente letali. “Noi sconsigliamo di consumare i frutti di mare, anche se irrorati con limone che ha un ph acido. Non c’è alcun fondamento scientifico sul fatto che uccida il batterio”, aggiunge l’esperto. Come noto, i virus o i batteri intestinali procurano la dissenteria e le persone – specie se si tratta di soggetti fragili e in età avanzata – ne risentono fortemente. Insomma, la prudenza non è mai troppa. Anche perché per il colera non esiste purtroppo un vaccino veramente efficace.
Oltre a evitare di assumere cibi a rischio, “sono importanti le misure di igiene – aggiunge Fedele – per prevenire i contagi. Lavarsi spesso le mani, non metterle le mani in bocca e nel naso, riduce moltissimo il rischio perché noi tocchiamo di tutto. Anche le mosche sono vettori perché si poggiano sulle feci. Quindi bisogna coprire i cibi, particolarmente quelli a rischio, ma se comprando i frutti di mare ne troviamo uno avariato basta eliminarlo e cuocere tutto il resto”. E ancora: “Il cibo deve raggiungere una temperatura interna di almeno settanta gradi. Se acquistati e non consumati subito i frutti di mare vanno conservati in frigo, avvolti in uno straccio bagnato” e “nelle condizioni in cui si trovavano quando li abbiamo acquistati”.