Emergono nuove rilevazioni sul caso della morte di Andreea Rabciuc, il cui corpo sarebbe stato ritrovato in un casolare due anni dopo la scomparsa.
Restano troppi i dubbi sul caso di Andreea Rabciuc, la 27enne scomparsa il 12 marzo 2022, e che sarebbe stata trovata morta lo scorso 20 gennaio, in un casolare nelle campagne di Castelplanio, nelle campagne della zona dello jesino. Anche sul fatto che si tratti di lei, sebbene il quadro su questo punto risulti abbastanza evidente, restano i dubbi che il test del DNA già eseguito contribuirà a dissipare del tutto.
Nel frattempo, tanti sono gli elementi che emergono e che – se confermati – potrebbero essere favorevoli a Simone Gresti, il fidanzato della ragazza all’epoca della sparizione, che risulta essere a oggi l’unico indagato in questa vicenda. I resti della giovane donna sono stati sottoposti a esami medico-legali, quali Tac e radiografie, da cui non sarebbero emersi i segni di una violenta subita.
Sarebbe stata rilevata un’interruzione del processo osseo alla base del cranio e secondo il consulente della difesa del fidanzato di Andreea, non ci sono assolutamente elementi atti a far pensare a traumi dovuti a un’aggressione. Si tratta di risultati ancora molto poco definiti, ma che lascerebbero emergere come la tesi di un suicidio non solo non sarebbe da escludere, ma appare a oggi probabile.
Ma se l’ipotesi del suicidio fosse confermata, significherebbe anche che potrebbe esserci stata della negligenza da parte degli inquirenti. Una tesi che trova la sponda in un video pubblicato sui social dalla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, che anticipa alcune delle novità sul caso che il programma di pubblica utilità di Raitre trasmetterà in onda nella puntata del 31 gennaio.
A parlare è il fratello dell’uomo che ha ritrovato il corpo, il quale spiega come qualche giorno dopo, aveva notato una finestra rotta nel casolare degli orrori. Così, ha deciso di avvertire il fratello, il quale a sua volta ha denunciato l’accaduto: della perlustrazione nell’edificio, si sarebbero occupati carabinieri e Protezione Civile.
Ma dalle parole del fratello del proprietario del casolare emerge il sospetto che quel sopralluogo, all’interno dell’edificio, non sarebbe mai stato effettuato. “Mio fratello è stato male e non li ha accompagnati” – dice l’uomo riferendosi agli inquirenti – “Loro sono andati da soli”. Non solo nell’uomo, ma in sempre più persone, emerge la tesi che quell’edificio non sarebbe stato mai perlustrato.
Verosimilmente, il giorno in cui viene denunciato il danneggiamento della finestra agli inquirenti, Andreea era già morta e in egual modo nulla esclude che si trovasse proprio in quell’edificio. Chiaramente, nulla l’avrebbe restituita all’affetto dei suoi cari, ma quasi certamente le indagini avrebbero potuto procedere in maniera più celere e con maggiore sicurezza investigativa.
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