Assegno di inclusione a rischio sospensione in questa città: scatta l’allarme, tutti i dettagli

Assegno di inclusione a rischio sospensione per chi abita in questa città: scatta l’allarme e arriva l’annuncio. Spiegati anche i dettagli.

Il Governo Meloni ha deciso di aiutare il popolo italiano e di introdurre (o modificare) una serie di Bonus. Il Reddito di Cittadinanza ha avuto grandissimo successo ma è stato sostituito con il Reddito di Inclusione (qui il portale per le informazioni). Per ottenere questo nuovo assegno, occorre rispettare nuovi requisiti: bisogna ad esempio avere nel nucleo familiare un disabile o un minorenne o una persona che abbia almeno i 60 anni d’età. In alternativa, bisognerebbe avere una condizione di svantaggio ed essere inseriti in un programma di assistenza che sia certificato dalla pubblica amministrazione. C’è da rispettare poi una soglia: per ottenere il sostituto del Reddito di Cittadinanza non si deve superare un ISEE di 9.360 euro e avere un reddito familiare inferiore ai 6.000 euro annui.

In questo articolo vi abbiamo spiegato cosa non si può acquistare con la nuova carta ADI: quest’oggi vedremo però una notizia che ha subito lasciato tutti di stucco. In una delle città più grandi d’Italia, l’assegno di inclusione è a rischio sospensione.

Assegno di inclusione a rischio sospensione in questa città: scatta l’allarme

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L’assegno di inclusione – Spraynews.it

Lo scorso 1° gennaio è ufficialmente partita l’era del Reddito di Inclusione. In questi giorni di fine mese, invece, è stata consegnata presso gli uffici postali la nuova carta ADI ai beneficiari. Code incredibili nelle poste con resse e litigi all’ordine del giorno. Chi ha presentato la domanda entro il 7 gennaio, infatti, dal 26 gennaio può andare a ritirare il nuovo strumento. In una delle città più grandi d’Italia, nel frattempo, è scattato l’allarme. L’assegno di inclusione, infatti, sarebbe già a rischio sospensione a Napoli.

L’INPS sta già sta pagando l’assegno di inclusione a Napoli, ma i dati delle domande non sono ancora stati caricati sulla piattaforma GEPI. Gli assistenti sociali del comune, quindi, non possono lavorare le pratiche. Abbiamo circa 30mila domande che devono essere prese in carico da 220 assistenti sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione dei Patti di Attivazione Digitale“, ha spiegato l’assessore al Walfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese. “A causa di questi ritardi si rischia l’interruzione dell’assegno, perché i dati in piattaforma non ci sono”, ha chiosato. Ma cos’è il Patto di Attivazione Digitale?

Cosa sono il Patto di Attivazione Ditigale e la piattaforma GEPI

L’assessore del Comune di Napoli ha parlato quindi sia di PAD che di GEPI. Ma cosa sono nello specifico? La piattaforma GEPI del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è stata creata proprio per gestire i Patti di Attivazione digitale. Con questa piattaforma, i comuni possono velocemente effettuare dei controlli chiesti dall’INPS ed incrociare i dati a disposizione.

A Napoli, le persone hanno già sottoscritto il Patto di Attivazione Digitale ma al momento non sono state caricate sulla piattaforma. Il Comune, stando alle parole di Luca Trapanese, ha 120 giorni per farlo: al momento, sono stati già persi 28 giorni di lavoro.

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