Prima finale di uno Slam per Jannik Sinner, che affronta Daniil Medvedev nell’ultimo atto degli Australian Open.
A 23 anni ancora da compiere, l’altoatesino Jannik Sinner – numero quattro al mondo – si gioca la sua prima finale di un torneo dello Slam agli Australian Open: di fronte si trova il russo Daniil Medvedev, che nella classifica ATP lo precede di una posizione e che sicuramente è giocatore più esperto. Negli occhi ancora le emozioni della semifinale che il talento azzurro ha vinto contro Novak Djokovic, il numero uno al mondo.
Ma ogni sfida ha una storia a parte. Del resto, a oggi, tra i due c’erano stati nove precedenti e il russo per le prime sei volte si era imposto sul tennista azzurro, che invece aveva vinto gli ultimi tre. Sinner negli scontri col suo diretto avversario appariva dunque decisamente in rimonta.
Come è andata la finale tra Sinner e Medvedev
Nel primo set, il russo è devastante: due break grazie a cinque palle break conquistate, nemmeno una per l’altoatesino, sei ace a due, servizio quasi perfetto soprattutto alla prima e 33 punti conquistati complessivamente contro i 21 di Sinner. La partenza a razzo del russo è spiazzante, soprattutto visto che teoricamente veniva da partite più lunghe ed estenuanti dell’azzurro, che nell’intero torneo aveva perso un solo set.
Di contro, appunto, Medvedev, tra ottavi e semifinale, aveva giocato complessivamente 14 set e per ben quattro volte si era arrivati al tie-break: autentiche maratone che però non sembrano aver pesato sulla condizione. Equilibri che non si rompono nemmeno nel secondo set, con Sinner che parte male e deve tenere duro per evitare di capitolare e concedere subito un break.
Quattro le palle break annullate solo nel primo game con il turno di battuta. Nel quarto game, arriva un nuovo break del russo, che si porta così sul tre a uno sfruttando al meglio la prima palla utile: il dato statistico più impressionante a questo punto sono i 24 punti a risposta contro solo cinque di Sinner, a testimonianza che in campo sembra esserci un solo tennista e l’altro a fare quasi da sparring partner.
Il secondo break arriva al sesto gioco e quando il set sembra chiuso, Sinner conquista il break al settimo gioco: un lampo di vitalità in una partita giocata male, al di là dei meriti del suo avversario. Nel nono game, Sinner annulla una palla set, ne conquista una per il break, ma poi cede e dunque è nuovamente 6-3 per Medvedev: quantomeno l’altoatesino in questo finale di secondo set fa vedere di poter essere in gara.
Così, nella prima parte del terzo set, nessuno dei due concede nulla all’avversario: la prima palla break è appannaggio di Sinner nel decimo game ed è subito sfruttata. Finisce sei a quattro per l’altoatesino e la battaglia va dunque avanti. A inizio quarto set, Sinner spreca due palle break al secondo e quarto gioco, per cui si mantiene l’equilibrio. Nel settimo game, è l’altoatesino ad annullare la palla break e chiudere con un ace.
Il finale del quarto set è identico a quello del terzo: nel nono game Sinner mantiene il servizio e poi capitalizza la palla del set sul servizio del russo. Incredibile quello che ha fatto l’altoatesino: sul cinque a uno nel secondo set, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla rimonta.
Nel quinto e decisivo set, il sesto gioco è la chiave di svolta, con Sinner che raccoglie e capitalizza due palle break. Nel nono game, Sinner serve per il match e chiude il servizio a 30: è il terzo italiano nella storia del tennis a vincere un torneo dello Slam, dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta. Siamo convinti che non sarà l’ultimo torneo dello Slam in carriera.