Con l’arrivo della primavera, la natura rincomincia a vivere e con essa anche insetti non proprio benvoluti come i calabroni
Gli insetti sono animali della natura e per questo anche loro vanno giustamente rispettati perché hanno una propria vita e determinate caratteristiche.
Ce ne sono alcuni però che recano alcuni fastidi anche a noi esseri umani: come le mosche, oppure le zanzare, senza dimenticare i calabroni killer.
Le temperature cominciano ad aumentare e questi volatili possono anche danneggiare chi è amante di giardinaggio e fiori. I calabroni, infatti sono capaci di mettere a rischio la biodiversità della natura.
In Italia, alcune regioni cominciano ad essere invasi da questi enormi insetti. Quali?
L’invasione dei calabroni
Appena avvertiamo il suo ronzio tendiamo a scappare o fuggire per l’intensità del suono, fastidioso e antipatico.
Per farlo uscire fuori da una nostra stanza bisogna aprire finestre e porte per poter stare tranquilli: si parla del calabrone asiatico o vespa velutina, un insetto di grosse dimensioni capace di recare danni anche ai nidi di api.
In Italia, specialmente nella regione della Liguria negli ultimi giorni è stato preparato un preciso piano per poter limitare questa invasione che comprometterebbe anche la produzione del miele.
Infatti la vespa velutina è ghiotta di miele ed è capace di distruggere interi stabilimenti di apicoltura.
Originaria dell’Asia
Ma da dove proviene questo temibile insetto che danneggia non solo la natura ma anche gli esseri umani? Una precedente invasione fu registrata già nel 2012 e la regione italiana più colpita fu ancora la Liguria.
Questa specie di calabrone è originaria dell’Asia sud-orientale ed è ghiotta non solo del miele ma soprattutto delle api. È infatti capace di nutrirsi di centinaia di insetti al giorno. Le cause della sua diffusione possono essere spiegate dai trasporti della merce proveniente dalla Cina.
In Italia possiamo dire che siamo ancora fortunati, perché in Francia, Belgio Germania e Portogallo il calabrone ha recato gravi danni all’apicoltura.
Come è riconoscibile? Rispetto all’ape che è molto più piccola e soprattutto pelosa, la vespa velutina è di un colore più scuro, ed ha una striscia di colore giallo-arancione verso il temibile pungiglione.
I primi avvistamenti sono stati segnalati soprattutto nelle aree urbane anche perché all’interno delle città può anche nutrirsi facilmente di scarti alimentari che gli umani depositano, come ad esempio il pesce.
Inoltre tra le varie condizioni favorevoli c’è l’aumento della temperatura. Attenzione quindi se cominciassero a formare dei veri e propri nidi perché la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.
Tra i metodi più utili, c’è sicuramente l’arpa elettrica che fulmina l’insetto, oppure si preparano dei veri e propri corsi per eliminare i nidi in maniera anche sicura.