Il Castello delle Cerimonie sta affrontando la confisca da parte del Comune di Sant’Antonio Abate e donna Imma è disperata per quello che succederà alla tenuta.
Che cosa ha portato i dipendenti de La Sonrisa a scendere in piazza per protestare? Dunque, partiamo dall’inizio. La Sonrisa, meglio nota come il Castello delle Cerimonie, da anni è la location di una serie di eventi in grande stile organizzati dalla famiglia Polese. Nell’ambito della trasmissione di Real Time Il Boss delle Cerimonie, il castello, che sorge a Sant’Antonio Abate, organizza spesso matrimoni napoletani a dir poco pomposi.
Nelle ultime settimane, però, la famiglia Polese che se ne occupa ha dovuto affrontare un grande ostacolo: la confisca da parte del Comune per via di una serie di abusi edilizi perpetrati a partire dal 1979 su un’area di circa 40mila metri quadrati. In seguito alla sentenza esecutiva della Corte di Cassazione, la proprietà verrà sottoposta a lottizzazione e la destinazione d’uso sarà ben diversa da quella che ad oggi conosciamo.
In centinaia protestano contro la confisca de La Sonrisa
In tutto questo trambusto i proprietari della tenuta, donna Imma Polese in primis, i dipendenti fissi e stagionali e molti abitanti del comune campano sono scesi in piazza per protestare relativamente alla decisione del giudice. Allo stesso tempo, inoltre, sembra che gli eventi stiano proseguendo e che i receptionist abbiano ricevuto direttiva di sconsigliare la cancellazione o la disdetta delle cerimonie.
La speranza è infatti quella di poter scendere a patti col Comune: nessuno vuole lasciare La Sonrisa e inoltre in molti sono preoccupati di perdere il lavoro. L’organizzazione dei grandi eventi, infatti, dà lavoro a circa 300 dipendenti, tra diretti e indotto. Per questa ragione anche figure di spicco come Maria Grazia Cucinotta hanno dato il proprio supporto pubblicamente alla battaglia.
Cosa succederà al Castello delle Cerimonie?
E in effetti nel corso degli anni la famiglia Polese ha dovuto affrontare numerosi ostacoli. Nel 2016, anno in cui il boss delle cerimonie Antonio Polese è venuto a mancare, la sua defunta moglie Rita Greco era stata condannata a un anno di reclusione con pena sospesa, così come il fratello di Antonio Agostino polese.
Eppure tutti questi ostacoli non hanno mai fermato gli eventi. Stavolta viene da chiedersi cosa succederà, considerando che ormai la sentenza è definitiva e che l’idea è quella di destinare la mega villa ad altre attività di tipo socio-culturale.