Quanti di voi sapevano che non respiriamo da entrambe le narici nello stesso momento? Ma per quale motivo avviene questo fenomeno? Vediamo le risposte a queste domande
Le due aperture nasali dell’essere umano, e di molti altri esseri viventi, non operano simultaneamente, ma il sistema nervoso le regola in modo che possiamo respirare più agevolmente attraverso una di esse in momenti alternati. Il cambio di predominanza tra le narici avviene, in media, ogni tre ore, seguendo un processo chiamato ciclo nasale, completamente automatizzato come il battito cardiaco e la digestione. In condizioni di salute ottimale, è difficile notare questa particolare alternanza nel flusso d’aria inspirato, ma giacendo in posizione supina e girandosi su uno dei lati, diventa più evidente la congestione in una delle due narici. Tale fenomeno si manifesta anche durante episodi di malattie come sinusite o raffreddore, in presenza di polipi nasali, allergie o deviazioni del setto nasale per varie ragioni. Ma per quale motivo ciò avviene? Prima di avere la risposta è necessario capire cos’è la respirazione e come avviene.
L’atto respiratorio si articola in due fasi, inspirazione ed espirazione, durante le quali l’aria penetra e esce dal torace. Il termine respirazione denota lo scambio di gas che si verifica nei polmoni durante il processo respiratorio.
Il sistema respiratorio è progettato in modo che, a riposo, l’inspirazione ed l’espirazione avvengano senza ostacoli, con un movimento dell’aria che richiede sforzi minimi, spesso senza neanche accorgersi di respirare. Durante l’attività fisica, si verifica un aumento della necessità di spostamento d’aria: si manifesta quindi una tendenza a respirare in modo più profondo e veloce.
Il corpo umano richiede ossigeno per le sue funzioni vitali. Costantemente, l’organismo comunica al cervello i livelli di ossigeno presenti nel sangue. Durante un’intensa sessione di allenamento, il cervello istruisce i muscoli respiratori ad aumentare la frequenza respiratoria, garantendo così un adeguato apporto di ossigeno agli altri gruppi muscolari. Inoltre, l’aumentata attività polmonare durante l’esercizio contribuisce a prevenire l’accumulo di anidride carbonica nel sangue, espulsa successivamente attraverso il respiro.
Nonostante la respirazione sia generalmente un processo automatico, è possibile regolarla volontariamente, ad esempio durante la conversazione o il canto.
Hai mai riflettuto su cosa accade all’interno del corpo durante la respirazione? Concentrandoti sulle due fasi respiratorie, potresti notare alcuni dettagli. Vediamo quali sono.
Durante l’inspirazione:
– Il diaframma e i muscoli appena al di sotto della gabbia toracica si contraggono. Il diaframma si sposta verso il basso, aumentando il volume della cavità toracica, mentre i muscoli sollevano le costole, espandendo la gabbia toracica e aumentando ulteriormente il volume del torace.
– L’aumento di volume riduce la pressione dell’aria nei polmoni rispetto a quella esterna al corpo.
– Seguendo il gradiente da alta a bassa pressione, l’aria fluisce attraverso le vie aeree (narici, gola, laringe e trachea) fino ai polmoni.
Durante l’espirazione:
– Il diaframma e i muscoli sotto la gabbia toracica si rilassano, riportando la cavità toracica al suo volume originale e inferiore.
– In questo modo, l’aria viene espulsa dai polmoni e rilasciata nell’atmosfera sotto forma di espirazione.
Questa regolazione è automatica, involontaria e costante, eliminando la necessità di preoccuparsene. Almeno fino a quando eventuali problematiche non si manifestano, rendendo la respirazione più difficoltosa.
Qual è la funzione del naso in questo processo? Il ruolo del naso è essenziale nel catturare e filtrare le impurità presenti nell’aria inalata, impedendo che raggiungano i polmoni.
Poiché l’aria che respiriamo è ricca di impurità, il naso costantemente si espone al potenziale rischio di irritazioni, infezioni e allergie.
Il naso opera come un efficace filtro, intrappolando gran parte delle impurità prima che raggiungano i polmoni. Le narici sono rivestite internamente da minuscoli peli che svolgono il ruolo di difesa, ostacolando l’entrata di sostanze potenzialmente dannose nelle vie nasali e nei delicati tessuti polmonari.
Le impurità rimangono intrappolate nel muco nasale, mentre le ciglia olfattive canalizzano le particelle verso la parte posteriore della gola, dove possono essere deglutite o espulse mediante la tosse. Questo processo contribuisce a ridurre il rischio di infezioni virali.
Il naso agisce, quindi, come una barriera protettiva per le vie aeree inferiori, preservandole dagli effetti nocivi dell’aria inalata. Riscalda, filtra e umidifica l’aria, assicurando che giunga ai polmoni pulita, umidificata e alla temperatura ideale di 37 gradi centigradi.
Il naso opera come un efficace filtro per le particelle atmosferiche, espletando questa funzione attraverso due meccanismi distinti. Inizialmente, il flusso d’aria subisce una brusca deviazione di 90 gradi quando attraversa lo spazio principale del naso, noto come cavità nasale. Questa repentina alterazione di direzione fa sì che la materia sospesa nel flusso d’aria venga espulsa dal flusso principale e si depositi sulla superficie viscosa del muco nasale, che riveste l’interno del naso.
In un secondo momento, il flusso d’aria acquista velocità mentre attraversa le narici, la parte più stretta del naso, per poi rallentare al raggiungimento della cavità nasale. Questi cambiamenti di direzione e velocità del flusso d’aria, insieme al successivo rallentamento, determinano il deposito di molte particelle atmosferiche sulla mucosa interna del naso.
Il motivo principale per cui le narici si alternano durante la respirazione si articola in due spiegazioni chiave. In primo luogo, il processo di inspirazione ad alte e basse velocità favorisce l’olfatto, consentendoci di percepire meglio le particelle presenti nell’ambiente circostante. Alcune sostanze sono più rilevabili in un flusso d’aria più lento, mentre altre emergono meglio in un flusso d’aria veloce. Nel corso del ciclo nasale, entrambe le narici offrono entrambe le soluzioni, permettendo un’analisi più accurata delle sostanze volatili. La seconda ragione è di natura protettiva: un flusso continuo di aria veloce potrebbe potenzialmente danneggiare le delicate mucose e le ciglia delle cavità nasali. Consentendo a una narice alla volta di essere più attiva, si offre il tempo all’altra di “riposare” e di tornare a operare a piena efficienza durante il suo “turno”.
Questo processo, guidato dal sistema nervoso autonomo, segue un meccanismo simile a quello che regola le erezioni negli uomini. In questo contesto, il flusso sanguigno concorre a conferire turgidità ai turbinati, noti anche come conche nasali o cornetti. Questi organi spugnosi, di solito in numero di tre per cavità nasale (talvolta quattro), si riempiono di sangue quando è il momento di permettere il riposo a una delle due narici. Come evidenziato, questo fenomeno diventa più evidente durante la posizione supina e anche a temperature più basse. La curiosa sequenza del ciclo nasale fu per la prima volta descritta alla fine del XIX secolo dal medico tedesco Richard Kayser.
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