Il fenomeno tipico delle zone tropicali si sta diffondendo anche nella penisola italiana e sta causando eventi estremi e inaspettati. Capiamo cosa sono questi venti violenti e come si scatenano sul suolo
Il capoluogo lombardo non è l’unica città ad aver subito violenti nubifragi negli ultimi giorni. Oltre che a Milano, sono state registrate piogge intense, improvvise raffiche di vento e scariche di fulmini continui anche a Pavia, in Friuli Venezia Giulia e infine in Veneto, causando danni consistenti e vittime che non possono che allarmare le comunità.
Questi eventi atmosferici estremi sembrano essere sempre più frequenti negli ultimi mesi – non ci scordiamo le forti alluvioni in Romagna del mese di maggio – e a quanto pare gli scienziati avrebbero identificato uno dei fenomeni scatenanti: sono tipici delle zone sotto ai Tropici e prendono il nome di “downburst”.
Che cosa sono i downburst
I downburst sono venti che scendono in modo molto violento da una nube temporalesca e che, non appena toccano il suolo, si diffondono rapidamente in ogni direzione, scatenando conseguenze di medio-alta intensità.
Spesso questo tipo di eventi viene scambiato per tornado, ma parliamo di un fenomeno ben diverso. Se i tornado da un lato causano un “risucchio” verso il loro interno, i downburst scatenano una rapida diffusione di energia verso l’esterno, oltre a formarsi, in origine, in tutt’altro modo.
Come si formano i downburst
La prima fase che porta alla loro formazione prevede la presenza di forti correnti ascensionali, quindi verso l’alto, che danno vita a delle specie di nuvole “verticali”. La nuvola con il passare dei minuti cresce, le correnti continuano a portare in alto l’uimdità, e questa inizia a causare pioggia e grandine. Quando queste cominciano ad essere pesanti, si abbattono contro il suolo come i fenomeni che conosciamo.
A volte però, si può creare una corrente ascensionale che sale verso la tempesta così potente da sospendere una grande quantità di pioggia e grandine nella parte centrale e superiore della nube. È proprio l’accumulo di tanta energia in alto che, ad un certo punto, non potendo che scatenarsi verso il basso, causa uno schianto al suolo molto veloce e violento. Da qui deriva anche il nome dell’evento meteorologico: da down (“basso”) e burst (“scoppio”).
Quando il downburst colpisce la superficie terrestre infatti si diffonde rapidamente in tutte le direzioni – a differenza dei tornado, che creano un vortice che risucchia tutto ciò che li circonda – e si possono raggiungere velocità di oltre 160 km/h.
Gli esperti sono preoccupati
Gea Ets – l’associazione che si occupa di divulgare le tematiche ambientali e di proporre alle istituzioni soluzioni qualificate – classifica i downburst come fenomeni «violenti e molto pericolosi», che di solito provocano grandine e piogge impetuose, le quali si ripercuotono su di ogni cosa che non sia ben riparata, dagli alberi alle auto, dalle abitazioni agli individui.
Sempre gli esperti dell’associazione li identifica come un fenomeno sub-tropicale, dove sono molto più frequenti e monitorati da anni. In realtà, purtroppo, i downburst stanno cominciando a verificarsi con una certa costanza anche in Europa, tanto che in Italia, nel 2019, si è già verificato almeno quattro volte.