Ogni volta mettersi a letto diventa un’impresa da titani: si è stanchi, ma non si dorme. È se fosse pura paura di chiudere gli occhi?
Di fobie, ne è pieno il mondo, ognuna legata a un aspetto particolare della vira. Ma per quanto bizzarra, nessuna paura dovrebbe essere trascurata o poco considerata. Anzi, nella maggioranza dei casi, bisogna raggiungere la consapevolezza che le paure, anche quelle incontrollabili, devono essere analizzate e affrontate. Pena, un peggioramento della qualità della vita che, inevitabilmente, si ripercuote anche sul benessere mentale e fisico. Pertanto, oggi, scopriamo insieme cosa si nasconde dietro la somnifobia, nota anche come clinofobia o insonnofobia, vale a dire un disturbo d’ansia caratterizzato da una paura irrazionale e persistente di addormentarsi.
Come tutte le fobie recondite, la somnifobia ha un impatto non di poco conto sulla qualità della vita delle persone che ne sono affetti, influendo sul ritmo sonno-veglia e sul benessere psicologico. Infatti, coloro che ne soffrono spesso collegano a livello inconscio il sonno con la pazzia, o nei casi più gravi, con la morte. Hanno paura di perdere il controllo durante il sonno, di subire incidenti o addirittura di morire, e in alcuni casi, possono associare i sogni a pensieri deliranti.
Per tali motivazioni, una condizione di somnifobia può portare a un aumento dell’ansia e delle preoccupazioni man mano che si avvicina l’ora di coricarsi, alimentato da pensieri catastrofici riguardo a cosa potrebbe accadere durante il sonno. Dunque, è importante comprendere il significato e l’effetto della somnifobia per affrontarla in modo appropriato e migliorare la qualità della vita delle persone che ne sono affette.
Sintomi e cause della somnifobia
Come per ogni paura incontrollata, le cause della somnifobia possono essere eterogenee e complesse. Tra i possibili effetti scatenanti si ascrivono esperienze traumatiche legate al sonno, come incubi frequenti o episodi di paralisi nel sonno. Altre cause possono includere disturbi d’ansia preesistenti o sensazione di agitazione generalizzata, che influiscono sulla percezione del sonno come un momento di vulnerabilità.
I sintomi associati alla somnifobia variano di persona in persona, ma spesso comprendono ansia eccessiva, palpitazioni, sudorazione abbondante e pensieri ossessivi riguardo a cosa potrebbe accadere durante il sonno. Coloro che soffrono di questa fobia possono anche essere protagonisti di episodi di insonnia, che a sua volta può peggiorare l’ansia legata al sonno, iniziando il soggetto a un circolo vizioso per quanto riguarda il momento di coricarsi.
A livello medico e psicologico, le cause che possono innescare la somnifobia non sono ancora del tutto chiare, ma alcuni esperti ritengono che in certi casi il disturbo potrebbe derivare da episodi di insonnia o da altri problemi, in primis il disturbo da incubi. Quest’ultimo è caratterizzato da particolari turbamenti negativi ricorrenti che possono spaventare profondamente una persona, al punto da ossessionarla anche nei sogni, portandola a sviluppare una fobia per il momento del riposo.
Anche il sonnambulismo è una condizione comune tra coloro che soffrono di somnifobia, poiché chi ne è affetto teme di poter farsi del male durante uno dei suoi episodi. Inoltre, traumi vissuti durante l’infanzia e disturbi da stress post-traumatico possono costituire ulteriori scatenanti della somnifobia, dal momento che i sintomi di queste condizioni si manifestano spesso a livello inconscio durante la notte, alimentando la paura di addormentarsi.
Tuttavia, la somnifobia è associata a una serie di avvisaglie che possono manfestarsi anche durante il giorno. I sintomi più comuni includono senso di oppressione al petto, sudorazione eccessiva, nausea, tachicardia, brividi, attacchi di panico, irritabilità, sbalzi d’umore e una persistente angoscia prima di coricarsi. Nei bambini, possono anche manifestarsi episodi di pianto e riluttanza all’andare a letto.
Nei casi più gravi, la somnifobia può portare a veri e propri deliri, impattando a livello significativo sulla qualità della vita. Infatti, la mancanza di sonno adeguato può causare stanchezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione e una diminuzione delle prestazioni lavorative o accademiche. In aggiunta, l’ansia costante può portare a uno stato di ipervigilanza che rende ancora più difficile il rilassamento e il sonno. Per questo motivo, comprendere e affrontare la somnifobia in modo efficace è fondamentale per migliorare la qualità della vita delle persone che ne sono affette.
Come combattere la paura di addormentarsi
Fortunatamente, la somnifobia è una condizione che può essere gestita attraverso diverse strategie di auto-aiuto. In primis, riuscire a mantenere una routine di sonno regolare è fondamentale per stabilizzare il proprio ritmo fisiologico e favorire un addormentamento più agevole. In tal senso, bisognerebbe creare un ambiente confortevole tale da contribuire a ridurre l’ansia legata al sonno, magari optando per alcune tecniche di rilassamento prima di coricarsi.
Inoltre, nelle ore precedenti il sonno, si deve evitare il consumo di caffeina e qualsiasi attività stimolante per non cadere in uno stato di sovra-eccitazione che potrebbe inficiare sull’addormentamento.
Per combattere la somnifobia, è utile implementare una routine precisa prima del sonno che favorisca un addormentamento rilassato. Alcune azioni consigliate includono:
- Mantenere orari fissi per andare a dormire e svegliarsi, anche nei weekend, per aiutare il ritmo fisiologico sonno-veglia.
- Imparare strategie per addormentarsi velocemente, come gestire il proprio flusso di pensieri e isolare i suoni disturbanti.
- Evitare l’uso di dispositivi elettronici prima di andare a dormire, dal momento che la luce blu dello schermo può ostacolare il sonno.
- Svolgere azioni rilassanti prima di andare a dormire, come fare un bagno caldo, leggere un libro, praticare yoga o meditazione.
Queste azioni mirano a stabilizzare il ritmo del sonno, ridurre l’ansia legata alla fobia di addormentarsi e promuovere uno stato d’animo rilassato prima di coricarsi, contribuendo così a gestire la somnifobia in modo efficace.
Tuttavia, se la somnifobia persiste, compromettendo la qualità del sonno e la salute fisica e mentale, e le tecniche di auto-aiuto menzionate in precedenza non sortiscono effetto, è fondamentale consultare un professionista qualificato che possa consigliare un trattamento appropriato.
Infatti, esistono diverse terapie utili per affrontare la somnifobia, in base dalle esigenze individuali e alle possibili cause scatenanti. Due approcci validi includono:
- Terapia dell’Esposizione: Questa terapia consente di affrontare gradualmente le paure legate al sonno, permettendo alle persone di superarle senza traumi. L’esposizione graduale a situazioni temute può aiutare a ridurre l’ansia e ad abituarsi a situazioni che suscitano timore.
- Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC): Questo approccio aiuta a identificare credenze sbagliate e disfunzionali riguardo al sonno e a sostituirle con pensieri positivi e costruttivi. La TCC insegna anche a mettere in atto strategie e tecniche per gestire le emozioni e l’ansia legate al sonno, promuovendo un approccio più sano alla notte.