Come facciamo ad accorgerci se una persona è depressa guardandola solamente negli occhi? Si può ed ecco come.
Dagli occhi di una persona possiamo capire tante cose su quello che sta provando in un preciso momento. Questi diventano rossi e lucidi se la persona sta per piangere, diventano luminosi se è felice oppure spenti se c’è tristezza.
Un team di ricercatori è riuscito a dimostrare che dagli occhi di una persona possiamo anche capire se questa è depressa. La depressione è una patologia molto diffusa e troppo spesso sottovalutata che merita la nostra attenzione.
Vediamo qui di seguito nell’articolo che cosa è emerso, quali studi sono stati fatti e quali sono, soprattutto, le conclusioni alle quali sono arrivati gli studiosi.
Gli scienziati tedeschi del Max Planck Institute of Psychiatry di Monaco di Baviera hanno collaborato con un team americano del Dipartimento di Scienze Cognitive dell’Università della California e hanno svolto un interessante esperimento.
Gli esperti volevano capire se ci fosse, e in quali termini, relazione tra la depressione e le pupille degli occhi. La dimensione della pupilla può dire molto sulla persona e può aiutare nella diagnosi. Vediamo perché.
All’esperimento hanno partecipato 70 persone di cui 40 con una diagnosi di depressione non trattata e 30 sani. I ricercatori hanno messo queste persone di fronte ad una sorta di videogioco con ricompense monetarie. L’intento era quello di studiare la reazione delle pupille nel momento in cui si palesava davanti a loro la ricompensa.
In teoria, le pupille dovrebbero dilatarsi in anticipo quando sta per arrivare una ricompensa. Il processo che determina la dilatazione è connesso ad una parte del cervello che si chiama locus coreuleus al cui interno è presente la più elevata concentrazione di neuroni noradrenergici.
Questi neuroni regolano l’attività dell’umore, del panico, della paura, dell’attenzione e del sonno. Sono, quindi, fondamentali nel nostro organismo.
Alla fine del test, in cui veniva monitorata l’attività della pupilla in ogni persona, gli studiosi hanno registrato delle differenze tra le persone depresse e le persone sane. Chi era depresso aveva una dilatazione inferiore. Questo significa che il locus coreuleus non si attivava e che quelle persone erano in uno stato di apatia.
Il professor Brendler, portavoce del team, ha dichiarato che questo è un passo importante per capire gli effetti fisiologici della depressione. Ovviamente, gli studi dovranno continuare ed essere approfonditi, ma si è già ad un buon punto.
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