Tempi difficili per molti incentivi per contribuenti e cittadini: prestazioni e misure economiche devono misurarsi con la scarsità delle risorse.
Il momento economico del Paese continua ad essere complicato, con un’inflazione che seppur in calo continua a erodere il potere d’acquisto di stipendi e redditi. Questo determina anche delle decisioni difficili da parte delle forze governative alle prese con le fasi finali della discussione riguardo la Legge di Bilancio 2024.
In questo momento, dunque, quello che maggiormente conta nelle decisioni del Governo e della maggioranza è il contenimento delle spese per le casse dello Stato, con emendamenti alla manovra che non abbiano impatti sui saldi. In pratica chi attendeva delle scelte più flessibili sugli emendamenti alla manovra resterà deluso: le risorse disponibili sono poche e non permettono spese ulteriori.
La decisione condivisa con il Governo
Il Presidente della Commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini ribadisce quanto deciso in accordo con il Governo Meloni, non ci saranno emendamenti che prevedano altre spese anche nel decreto anticipi in via di approvazione. Da questo deriva una decisione molto attesa su una delle prestazioni più discusse degli ultimi anni: il cosiddetto Superbonus.
Non ci saranno risorse aggiuntive, né proroghe al Superbonus nel decreto anticipi. Possibili cambiamenti potranno essere valutati tenendo in considerazione il fondo modifiche parlamentari previsto dalla Manovra. La conseguenza di questa scelta è l’abbandono di ogni possibilità che nel decreto anticipi sia preso in considerazione l’emendamento di Forza Italia sulla proroga del Superbonus.
Altre aperture potrebbero essere prese in considerazione in futuro, ma attualmente non sembrano esserci particolari spazi di discussione. Il Superbonus appare avviato alla conclusione del suo percorso, almeno nella formula precedentemente conosciuta dai contribuenti italiani. D’altra parte le opportunità per altre risorse erano poche e sono mesi che si discuteva sul ridimensionamento graduale, ma inevitabile del Superbonus.
Si tratta di una scelta difficile che, d’altra parte, trova invece le richieste delle organizzazioni e dei rappresenanti delle piccole imprese e del mondo edile di poter quanto meno concludere i lavori avviati con il Superbonus. Infatti il rischio è di grosse difficoltà per imprese e famiglie che ormai non riescono più ad accedere a nessuna cessione di credito.
Una situazione molto difficile per imprese e famiglie che dovranno confrontarsi anche con una consistente riduzione delle agevolazioni fiscali nel prossimo anno, in rapporto a tutti quegli interventi e lavori che, pur essendo abbastanza avanzati, alla data del 31 dicembre 2023 non fossero ancora ultimati. Una situazione complessa quindi, in attesa di una soluzione che resta molto attesa.