Diritto di tappo, che cos’è: durante L’Eredità tutti restano senza parole

Nella puntata del quiz show L’Eredità, si parla di diritto di tappo e in Rete monta la polemica: ma di cosa si tratta esattamente.

Ancora una serata da record per il quiz show L’Eredità, in onda su Raiuno, e ancora molte contestazioni da parte dei telespettatori, che ogni sera si mettono in gioco proprio come i concorrenti in studio. La trasmissione condotta da Marco Liorni, infatti, sviluppa davvero un incredibile dibattito in Rete e ieri sono stati davvero in molti a chiedersi che cosa significasse una locuzione.

Nelle ultime sere, abbiamo assistito davvero a diversi colpi di scena: prima l’eliminazione di Giuseppe di Manfredonia, che durante il programma aveva anche parlato della sua vita privata, poi l’arrivo del nuovo campione di Putignano, e infine ieri è stato il turno di Vincenzo, food blogger milanese. Proprio il nuovo campione è incappato in una Ghigliottina davvero ardua.

L’Eredità, alla Ghigliottina spunta il Diritto di Tappo e i telespettatori esplodono: “Basta pagare il canone”

commenti social l'eredità
Alcuni dei commenti social contro L’Eredità (Spraynews.it)

Gli indizi a disposizione erano Carciofi, Sapere, Naso, Diritto e Vite: la parola che accomunava i cinque indizi era Tappo, ma i telespettatori non l’hanno presa per niente bene. In tanti, infatti, si sono chiesti cosa c’entrasse la parola Tappo con il termine Diritto. Anche il termine “carciofi” fa storcere il naso a qualcuno, ma comunque i carciofi con il tappo – o meglio con la tappa – sono una ricetta regionale siciliana.

Tra coloro che polemizzano – e sono davvero tantissimi – c’è chi sostiene che gli autori rendano impossibile la vita dei concorrenti, ed è un po’ questo proprio il senso del gioco, e annunciano la più incredibile delle rivolte: smettere di pagare il canone. Che peraltro si trovano direttamente in bolletta, per cui devono farlo per forza, ma torniamo a noi e alla locuzione incriminata, ovvero “diritto di tappo”.

Ma di cosa parliamo? In sostanza, è una pratica che all’estero è molto diffusa, ma che sta prendendo piede anche in Italia. Ciascun cliente ha diritto a portare con sé una bottiglia di vino che ha acquistato altrove, corrispondendo all’esercente i costi vivi per servizio, stappatura, lavaggio bicchieri e decanter. Ma perché tutto questo? Il motivo è semplice: in molti Paesi, il vino al ristorante costa 3-4 volte che in un’enoteca.

Inoltre, molti di noi sono molto ritrosi quando si tratta di dover aprire una bottiglia pagata cara o comunque che considera un regalo prezioso, durante una semplice cena. Invece, la condividerebbe molto volentieri in una cena importante tra amici o familiari, solo che non tutti i ristoratori consentono il diritto di tappo. A dire la verità, in chiusura, quelli che offrono questo servizio sono la minoranza.

Gestione cookie