Piovono valanghe di critiche su “La notte senza freni” organizzata da una discoteca trevigiana. Gli organizzatori si difendono, ma l’evento è annullato
Sul volantino di una festa organizzata da una discoteca trevigiana c’è una ragazza riversa su un water che si appoggia con un braccio, mentre con l’altro si tiene la fronte come se stesse per vomitare. Proprio in corrispondenza del pc appare la scritta col titolo della serata: «Sballo. La notte senza freni».
O meglio: appariva, perché proprio a causa di quel volantino la serata è stata ritirata dagli organizzatori della discoteca Il Quadrifoglio a Monfumo, in provincia di Treviso, dopo essere stati travolti dalle polemiche.
La prima ad aver sollevato polemiche è Annachiara Sarto, presidente dell’associazione Protection4Kids, sollecitata anche dalle critiche partite dal presidente della provincia di Treviso, Stefano Marcon, proprio circa la serata.
In un video sui suoi canali social, Sarto definisce il linguaggio usato nel volantino come «misogino, sessista e maschilista», le cui parole e intenzioni vengono profondamente aggravate dai recenti casi di cronaca.
Quasi ogni giorno ormai saltano alla luce casi di abusi, se non di vera e propria violenza sessuale su donne e persino ragazzine, vicende che non emergono ora perché prima non si verificavano, ma solo perché il movimento femminista e una crescente consapevolezza da parte di alcuni e alcune sta cominciando a dare la forza alle vittime di parlare e denunciare.
In un momento come questo, Annachiara Sarto dichiara che un volantino del genere non può che «alimentare la cultura dello stupro».
Questo si può ricollegare anche al caso Giambruno di qualche settimana fa: il giornalista e conduttore televisivo, partner della premier Giorgia Meloni, ha dichiarato in diretta nazionale che atteggiamenti come il vestirsi poco, o vestirsi in modo succinto – qualsiasi cosa questo possa voler dire – o ubriacarsi, da parte delle ragazze, può aumentare le probabilità di “incontrare il lupo”.
Dopo gli attacchi ricevuti – che Sarto ha solo cominciato: le critiche sono state a valanghe sui social – gli organizzatori hanno dovuto arrendersi e rimuovere la pubblicità dell’evento previsto per il 30 settembre.
Su Facebook hanno spiegato che il messaggio che traspariva sia dal titolo che dalla foto scelta «è stato mal interpretato e abbiamo deciso di rimuovere la pubblicità in essere e cambiare nome alla festa».
Quindi la discoteca trevigiana ha provato a difendersi, insistendo sul fatto che in 47 anni di attività c’è mai stata la volontà o l’interesse «di inneggiare e/o promuovere messaggi negativi ai giovani e al pubblico in generale; lo spirito è stato sempre quello di favorire un divertimento sano e pulito – aggiungono – che vede la discoteca come punto di incontro e aggregazione per tutti. Nelle nostre serate ci impegnamo sempre per il massimo controllo al fine di garantire una notte sicura per tutti i partecipanti promuovendo il “bere responsabile” per una guida sicura e per il prossimo evento è stata chiesta la partecipazione dell’Associazione Protection4kids al fine di sensibilizzare la campagna antiviolenza per le donne. Viva il divertimento…..quello sano…. sempre!».
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