I vestiti come opere d’arte, dopo la ‘Venere degli stracci’ arriva una nuova installazione che usa abiti usati. Vediamo dove si trova.
I vestiti fanno parte di noi. Descrivono chi siamo e fanno capire la nostra personalità. E anche se sono di seconda mano oppure nuovi del negozio, dicono tanto su di noi. Ma spesso gli armadi sono sempre troppo pieni e qualche vestito, anche se in perfetto stato, finisce per essere buttato. Esiste però il riciclo creativo che può dargli nuova vita. Possiamo infatti rivenderli o comprarli su siti e mercatini dell’usato.
Sono infatti sempre più diffusi i portali in sono presenti capi di seconda mano. Ma non solo, nelle nostre città sono presenti campane di raccolta degli indumenti che servono a donarli a chi ne ha più bisogno. Inoltre alcune grandi catene di abbigliamento stanno dando la possibilità ai propri clienti di portare vecchi vestiti e ottenere in cambio dei buoni acquisto.
Un modo per non inquinare l’ambiente e dare un nuovo senso a vestiti che ormai non indossiamo più. I capi d’abbigliamento usati, però, oltre a essere rivenduti o donati, possono diventare delle vere opere d’arte. Il connubio tra moda e arte è sempre più frequente. Se prima grandi stilisti si ispiravano a quadri e sculture per ricrearli sui vestiti, adesso sono proprio i vestiti a diventare i protagonisti di installazioni moderne.
È il caso della ‘Venere degli Stracci’, creata da Michelangelo Pistoletto nel 1967. L’opera era stata installata il 28 giugno 2023 a Piazza Municipio a Napoli e aveva destato molta curiosità da parte di cittadini e turisti. Costituita da una scultura in cemento, l’opera era una riproduzione della statua di Venere con mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen.
Affiancata da una montagna di stracci. Per l’autore essa rappresentava il contrasto tra una bellezza senza fine e il degrado continuo, appunto la bellezza della Venere e l’orrore della disgregazione rappresentata dai numerosi vestiti usati, gli stracci. Il 12 luglio però la ‘Venere degli stracci’ è stata distrutta da un rogo provocato da un clochard.
Seguendo questo filone, a Ercolano (più precisamente a Via Pugliano) un collettivo ha deciso di creare la ‘via delle pezze‘. Questa strada per anni è stata il regno dei vestiti usati. Qui infatti ogni giorno venivano vendute le pezze al mercato degli stracci. Oggi però ci sono boutique di lusso e abiti firmati. Per questo un gruppo di ragazzi ha deciso di riprodurre una enorme installazione su un palazzo del ‘600, ormai abbandonato da 30 anni.
L’opera d’arte è formata da circa trecento jeans provenienti da scarti di lavorazione dell’industria tessile e di giorno in giorno si arricchisce di nuovi capi. Essi sono esposti in bella vista sulla facciata dell’edificio. A postare le foto di questo palazzo è stato Luigi D’Alessio su Facebook usando l’hashtag ‘Terra Vesuviana’.
Quest’opera vuole quindi ricreare un legame con la tradizione del posto in modo non convenzionale, utilizzando come base un luogo non consueto come la facciata di un palazzo. E questo monumento delle pezze è piaciuto ai tanti turisti che passano per Ercolano diretti agli Scavi.
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