Si chiama Tristan da Cunha e vanta di essere l’isola più remota sul pianeta, un paradiso sperduto nell’Oceano Atlantico.
L’adattabilità dell’essere umano è incredibile. L’uomo riesce a vivere e a sopravvivere anche negli ambienti più ostili. Dal deserto alla steppa siberiana, dalla giungla fino agli isolotti più isolati del mondo. Tristan da Cunha rappresenta proprio uno di questi casi, essendo considerata l’isola più remota sul pianeta, sperduta nell’Oceano Atlantico.
Nel mondo esistono tante isole e arcipelaghi sperduti, basti pensare alla Polinesia, oppure alle isole Hawaii. Si tratta di un gruppo di isole sperdute tra i mari, lontanissime dalle coste dei continenti. A queste, però, si aggiunge un piccolo arcipelago, Tristan da Cunha, abitato da 234 persone, e che appartiene al Regno Unito. La sua capitale, non a caso, si chiama Edimburgo dei Sette Mari, l’unico insediamento dell’isola.
L’isola più remota al mondo, come si raggiunge Tristan da Cunha
A metà tra il Sud America e l’Africa, e più a Sud l’Antartico, Tristan da Cunha appartiene al territorio britannico di Sant’Elena, situato all’interno di un arcipelago nell’Oceano Atlantico. A proposito di Sant’Elena: Isola remota immersa nella natura: paesaggio mozzafiato tra storia e leggenda.
Nonostante sia un arcipelago, Tristan da Cunha presenta una sola isola principale e abitata, grande soltanto 98 km2. È uno degli insediamenti più remoti al mondo, e non possiede nemmeno aeroporti o porti. Si raggiunge in nave nel giro di qualche giorno, oppure con piccoli aerei, partendo dalle coste del Sud Africa.
Come accennato, l’isola è abitata da poco più di 200 persone, di queste, tra i cognomi più diffusi ne troviamo due di origine genovese, testimonianza della grande tradizione marinaresca ligure. Gli altri cognomi sono di origine inglese e scozzese, e a seguire statunitense e olandese.
Scoperta nel 1506 da un navigatore portoghese, che le diede il nome, l’isola compare sulle mappe nautiche già dal 1509. Il primo sbarco, però, avviene soltanto un secolo dopo, nel 1643, con l’equipaggio di una nave olandese. Nel corso della storia è stato approdo di navi baleniere, per la caccia alle balene nelle fredde acque del sud. Nel 1800 gli inglesi ci costruiscono una base fissa, per impedire ai francesi e agli americani di sfruttare l’isola come appoggio militare.
Le caratteristiche di Tristan da Cunha, l’isola più remota al mondo
Tristan da Cunha è un’isola vulcanica attiva. L’ultima eruzione risale al 1961. Il clima è sub tropicale, non presenta inverni rigidi o estati bollenti, per tutto l’anno in bilico tra i 10 e i 25 gradi. La neve è presente sulle montagne, nella parte occidentale. Il tasso di umidità è molto elevato. Viaggi sostenibili: la classifica di 10 imperdibili destinazioni.
La lingua ufficiale è l’inglese, anche se si tratta di un inglese particolare, influenzato da parole italiane, olandesi, africane e gaeliche. Ad amministrare l’isola ci pensa un governatore, che fa capo al Regno Unito, anche se Tristan da Cunha ha una propria legislazione. Qui vigono leggi comunitarie, dove tutti sono uguali e tutte le spese e i ricavi sono ugualmente condivisi tra tutti i membri della comunità.
Qui non esiste il concetto di proprietà privata, c’è una scuola, la St Mary’s School, e un ospedale, il Camogli Hospital, dal nome dei navigatori genovesi. Dal Sud African partono regolarmente battelli in direzione dell’isola, ci vogliono 5/7 giorni per raggiungerla. In rari casi partono anche piccoli aerei, ma solo per situazione eccezionali.
Dati i pochi abitanti, esiste un’elevate incidenza di problemi di salute legati all’endogamia. Molte coppie, infatti, sono imparentate tra loro, per questo motivo, la comunità sceglie accuratamente ragazzi e ragazzi appartenenti a clan di origine diversa. Visitare un’isola del genere rappresenta un’avventura eccezionale. Per tutti gli avventurieri, questa potrebbe essere una meta incredibile. Sri Lanka, 10 esperienze da vivere.