La canzone “E poi” di Giorgia è un brano capolavoro che oggi compie 30 anni: un tuffo nel passato per ricordare di cosa parla la canzone.
Un anno prima della sua vittoria al Festival di Sanremo, con “Come Saprei”, Giorgia esordisce sul palco dell’Ariston nella categoria Nuove Proposte. È il 1994, Giorgia presenta il suo brano, dal titolo “E poi”, in anteprima, al grande pubblico mostrando una meravigliosa capacità di rapportarsi con un brano vocalmente complesso da interpretare.
In questi giorni la canzone compie ufficialmente 30 anni di vita e – in occasione della sua nuova partecipazione all’edizione attualmente in onda del Festival – potrebbe essere interessante ripercorrere le intensità poetiche e sonore che danno forma a questo brano.
Prima di esibirsi con le Nuove Proposte Giorgia compie un passo intermedio. Nell’edizione Sanremo Giovani del ’93 l’artista presenta, con consecutiva vittoria, il brano “Nasceremo”. Il quale le consentirà di tornare al Festival soltanto pochi mesi più tardi.
Giorgia, la sua canzone “E poi” compie 30 anni, ma di cosa parla?
Al termine della 44esima edizione del Festival di Sanremo, il brano scritto da Giorgia, Rinalduzzi e Calabrese, diventa settimo in classifica. Eppure, tale posizionamento in classifica, dimostrerà ben presto di avere un’importanza assai relativa. La crescente passione dei suoi ascoltatori, per la sua musica ed il suo testo, trasformerà “E poi” in una delle canzoni più amate e trasmesse di sempre.
Il brano di Giorgia (Todrani) è un sublime incontro sonoro tra la dolcezza del suo timbro e il forte significato delle sue parole. “E poi” racconta di un amore che non prescinde la solitudine. Di un amore che, letteralmente: “ti fa respirare e poi ti uccide“, e c’è sempre un “e poi…“.
Mentre c’è chi – ieri sera – ha scelto un’ottima alternativa al Festival, ricordando Libero De Rienzo, Giorgia – in un altrettanto toccante tuffo nel passato – presenta uno scenario notturno che, per l’appunto, “non passa mai“. La canzone parla dell’attesa di un amore che “non vola” poiché: “ti sfiora il viso e ti abbandona“.
Per quanto questo amore si avvicina al soggetto della canzone tende sempre ad allontanarsi da esso. È qualcosa di sfuggente e travolgente che, però, poi: “ti dimentica“, ridendo del tuo amore. E, in qualche modo, forse – soltanto avendo la consapevolezza di sentirsi come “sparire“, e quindi di raccontarlo in una canzone: “ti libera”.
“E poi”, nel titolo e nel tornare allo stesso punto non esclude una ciclicità. Un andamento ciclico che riguarda il rincorrere qualcosa che si percepisce come impossibile, in questo caso l’amore, ma che – nonostante tutto – non si smette di cercare, pur nella consapevolezza che “poi sarà come bruciare“.
Mentre il pubblico è già curioso di scoprire chi potrebbe condurre il Festival dopo Amadeus, Giorgia – dopo aver presentato “Le parole dette male” nel 2023 – torna sul palco di Sanremo in queste ore. Stamattina, ad esempio, in conferenza l’artista ha risposto alle domande dei giornalisti sulla seconda puntata del Festival, durante la quale vestirà i panni di co-conduttrice.