Ferrari, la storica rossa vestirà un nuovo colore per il Gran Premio di Miami. Novità o rievocazione? Ecco la storia dell’azzurro in Ferrari.
La tradizione. Non si parla solo di continuità, ma di una normalizzazione che costituisce la forma stessa della figura che incarna la scuderia. La Ferrari è rossa. Ma non un rosso normale, ma un rosso distintivo che ha creato la storia stessa della scuderia. Quando si parla di vetture Ferrari, quindi non solo le monoposto, si parla di auto rosse e con pochissime eccezioni che fanno la Ferrari un’auto iconica e unica in tutto il mondo.
Non esistono Ferrari di colori tanto diversi, la produzione delle auto non è in stock ma su domanda ed esistono delle regole molto rigide che, se infrante, ti portano ad essere inserito sulla balck list dell’azienda di Maranello. Quando Enzo Ferrari fondò la casa automobilistica scelse delle regole molto ferree per tutti gli aspetti della sua vettura, compreso i colori. Ancora oggi i colori di una Ferrari non possono essere diversi da quella lista, che viene rispettata con meticolosa attenzione e devozione. Una black list sulla quale è possibile finire per molti motivi, compreso le modifiche sulla propria Ferrari, anche estetiche, dopo la produzione.
Insomma, il colore è una parte essenziale del riconoscimento del cavallino rampante, sia nella produzione di Maranello sia nelle gare. Eccoci quindi davanti la storia della Scuderia Ferrari e del suo colore tradizionale: rosso. Ma nella tradizione della scuderia non mancano anche altri due colori, il bianco e il giallo modenese, parte integrante della cultura del territorio dove nasce il cavallino rampante. Ma la Ferrari non è sempre stata rossa, delle eccezioni hanno segnato il percorso della scuderia più antica della storia della Formula 1.
Prima di tutto bisogna spiegare che la Ferrari non è sempre stata rossa. La colorazione ci arriva da uno dei primissimi regolamenti di gara che furono redatti. Nei primi anni del ‘900 i produttori potevano scegliere il colore della loro auto in autonomia; le scuderie erano poche e le auto, non divise fra motori a scoppia e a vapore, avevano velocità per le quali era possibile ancora distinguerle con facilità. Con il corso degli anni le auto da corsa hanno migliorato le loro prestazioni fino al 1922, quando, per la coppa Gordon Bennett, arrivò il primo regolamento che imponeva anche una colorazione specifica.
La suddivisione per colori, aggiornata nel 1939, voleva identificare al meglio le vetture e la loro nazionalità. Quindi furono assegnati così:
Germania il bianco (che poi diventerà argento) con il numero di gara rosso; Francia l’azzurro con il numero di gara bianco; Gran Bretagna il verde con il numero di gara bianco; Stati Uniti bianco e azzurro, con il numero di gara bianco su fondo azzurro; Italia il rosso con numero di gara bianco; Svizzera il rosso, ma con il numero di gara nero.
Eccoci quindi correre i decenni ed arrivare ai giorni nostri dove, i colori assegnati durante la coppa Gordon Bennett, si sono persi tutti tranne uno, il rosso Ferrari. Questo è potuto accadere anche grazie all’età della scuderia, l’unica, in Formula 1, che non si è mai ritirata dal primo campionato disputato fino ad oggi, rimanendo costantemente presente nel campionato e nelle sue scelte di colore. Ma, come abbiamo già accennato, la Ferrari non è sempre stata rossa.
Delle eccezioni hanno costruito la storia della scuderia che ne compongono la bellezza. Infatti la Ferrari non è la prima volta che porta in gara l’azzurro, anzi, questa scelta per la gara di Miami è un modo per ricordare e rievocare un pezzo di storia della scuderia. I colori scelti per il prossimo Gran Premio sono due azzurri, due colori molto specifici, rievocazioni storiche che sembrano assumere un duplice scopo, scaramantico e di, per i più maliziosi, sponsor
Azzurro La Plata e Azzurro Dino. Il primo, collegato alla bandiera argentina, era preferito da Alberto Ascari, che lo considerava il suo porta fortuna, con il quale vinse e divenne campione del mondo nel 1952 e nel 1953. Cosa diversa per l’Azzurro Dino, invece, che fu usato varie volte dalla scuderia e gli ultimi ad indossarlo furono Niki Lauda e Clay Ragazzoni nel 1974, quando salirono sul podio, insieme, nel Gran Premio d’Olanda. Un colore molto amato anche dallo stesso Enzo Ferrari. Insomma, colori che racchiudono parte della storia della Scuderia, oltre ad essere dei simboli di vittoria.
Inoltre, Ferrari, ha già presentato livree molto coraggiose, che hanno sconvolto il mondo della Formula 1 e di tutti i tifosi Ferrari, che ha detta di Vettel, vorrebbe dire tutti gli interessati a questo sport. Siamo nel 1964 quando nelle ultime due gare del campionato negli Stati Uniti furono disputate con una Ferrari bianca e azzurra. Un momento singolare nella storia della Formula 1 che ha visto la scuderia Ferrari vincere il campionato costruttori e piloti, con John Surtees, proprio con quella monoposto. Una scelta scaramantica? Legata a qualche sponsor? Niente di tutto questo.
Infatti la scelta dalla scuderia fu per protesta contro la FIA. Infatti la vettura che era stata preparata per il popolare mondiale Gran Turismo, la 250 LM, non era stata omologata dalla federazione. Una situazione di tensione che ha portato la scuderia a scegliere un diverso colore, così da provocare la federazione e attirare l’attenzione di tutto il pubblico. Ma anche così la Ferrari vinse il campionato, salendo sul podio più alto con colori ben lontani dal rosso classico del cavallino rampante.
Oggi, però, alcuni tifosi più maliziosi, hanno collegato questi colori e questa rievocazione anche al nuovo sponsor. Curiosità, infatti, sopraggiunta da relativamente poco è il nuovo principale sponsor della scuderia Ferrari. Parliamo di HP, il nuovo sponsor che presenta una colorazione molto simile alle scelte Ferrari. Un’associazione che tanti amanti del mondo della Formula 1 hanno subito percepito. Una scelta che, se veramente volta anche alle attenzioni dello sponsor, non sarebbe così strana e, soprattutto, partirebbe comunque da una volontà rievocativa totalmente diversa.
Insomma, abbiamo un passato di grandi rapporti fra scuderia Ferrari e colore azzurro. Rapporti che hanno costruito una storia nelle livree e nelle tute presentate dalla scuderia. Un colore molto amato dallo stesso Enzo Ferrari e che ha accompagnato la scuderia durante i suoi momenti più alti, dalla vittoria di John Surtees, alle tute di Niki Lauda, fino ad Ascari. Nomi che hanno segnato la storia della grande scuderia.
La livrea sarà presentata nei prossimi giorni, poco prima dell’inizio del Gran Premio. Forse sarà possibile conoscere la nuova livrea già giovedì 2 maggio, il giorno dedicato, normalmente, alle conferenze stampe e gli eventi di contorno. Nell’attesa, intanto, ci godiamo le presentazioni video e foto che la scuderia ha iniziato a presentare all’interno dei suoi social, intenta a creare grande attesa.
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