Il 18 settembre si celebra la giornata internazionale del primo amore: secondo gli scienziati il suo ricordo sarebbe indelebile
Quante volte ce lo siamo sentito ripetere: “Il primo amore non si scorda mai”. E se non lo hai ancora mai sentito, probabilmente è solo questione di tempo. Dalle pagine dei romanzi rosa alle ultime rom-com di stagione, qualsiasi regola sull’innamoramento – vero – di due persone porta con sé la conseguenza che entrambi si ricorderanno per sempre l’una dell’altra. Soprattutto, se si tratta della prima cotta, della prima volta in cui si sono avvertite le “farfalle dello stomaco”.
Ma forse non si tratta solo di sillogismo romantico. Forse, c’è un fondo di verità alla base di una delle regole universali sull’amore. A confermarlo, stavolta, non sono solo le tradizioni romantiche che viaggiano di generazione in generazione. Bensì, la scienza. Infatti, negli ultimi anni, studi scientifici e piscologici hanno avuto come focus principale l’analisi del comportamento di un individuo innamorato, con la volontà di scoprire come mai sia così difficile dimenticare un amore. Quindi, in occasione della Giornata del primo amore 2023, celebrata in tutto il mondo oggi, 18 settembre, è ora di scoprire perché.
Davvero il primo amore non si scorda mai?
Quella che poteva sembrare la trama di un possibile remake del film Se mi lasci ti cancello, sembra in realtà una legge umana universale e, soprattutto, scientifica. La prima cotta, il primo amore, la prima storia romantica rappresenta un’esperienza tale da riuscire a rimanere indelebile nella memoria di un individuo, accompagnandolo per tutta la vita e influenzandone le scelte future. Sia in campo amoroso sia in quello personale. Ma veniamo al supporto scientifico su questa cosiddetta “teoria del primo amore”.
A tal proposito, bisogna citare uno studio scientifico del 2017 del Journal of Positive Psychology, secondo cui un individuo avrebbe bisogno in media di tre mesi prima di riprendersi da una delusione amorosa, e ancora di più per dimenticarla. Inoltre, se si tratta del primo amore poi, lo sforzo di riuscire a rimuovere il fallimento relazionale è reso ancora più indimenticabile dalla nostalgia per l’adolescenza, periodo nel quale la maggior parte delle persone vive la sua prima storia d’amore.
Nello specifico, gli scienziati hanno esaminato l’attività cerebrale di alcuni soggetti tramite un test svolto con una risonanza magnetica, scoprendo così che negli individui innamorati avviene un grande rilascio di massicce quantità di dopamina e ossitocina, rispettivamente un neurotrasmettitore e un ormone che favoriscono la percezione di sensazioni di benessere ed euforia. Quando una relazione termina, si verificano picchi ormonali molto simili, anche per questa ragione è il ricordo della relazione è resa indelebile nella nostra memoria.
Le regole (scientifiche) dell’attrazione
Dunque, posto che davvero il primo amore non si scorda mai – o, almeno, lo si fa molto difficilmente – come è possibile che due individui vengano attratti l’uno dall’altra, tanto da innamorarsi? Anche in questo caso, le cosiddette leggi dell’attrazione sembrano essere spiegate da uno studio pubblicato sul Journal of Comparative Neurology, attivo nel campo delle neuroscienze.
Gli scienziati si sono soffermati nei tratti di alcune specie di mammiferi e uccelli che si sono evoluti per attrarre i compagni, sebbene molti meccanismi cerebrali attraverso i quali siano soggetti a specifiche leggi di attrazione siano ancora in gran parte sconosciuti. Tuttavia, i dati rilevati lasciano suggerire che questo “sistema di attrazione” è associato al sistema di ricompensa dopaminergico. I risultati ottenuti dallo studio di persone che si definivano “molto innamorate” hanno documentato che i percorsi di ricompensa dopaminergici contribuiscono alla componente di “eccitazione generale” dell’amore romantico. Pertanto, quest’ultimo si presenta come un sistema di motivazione, piuttosto che un’emozione, una pulsione molto più elaborata della diretta pulsione sessuale. Infatti, il sistema corticostriato, data la sua caratteristica potenzialità nel combinare diverse informazioni corticali – ovvero della corteccia celebrale – con segnali di ricompensa, rappresenta un eccellente substrato anatomico per i fattori complessi che contribuiscono all’amore romantico e alla scelta del compagno.
Giornata internazionale del primo amore 2023
Insomma, il primo amore davvero non si scorda mai, qualora però sia stata un vero amore. Una grande verità, quanto un grande lutto emotivo da affrontare e riuscire a superare. Infatti, quando una relazione finisce non è mai facile, e ora anche la scienza arriva a comprovare che qualsiasi individuo avrebbe bisogno di almeno 3 mesi per riprendersi da una delusione.
In generale, per superare la fine di una storia d’amore, è sempre consigliabile che una persona affronti la rottura metabolizzando progressivamente le stesse fasi di un lutto, ovvero negazione, rabbia, negoziazione, depressione e, da ultimo, accettazione. Ovviamente, ciascuna di queste fasi ha bisogno del suo tempo e, nemmeno a dirlo, di molta pazienza, per cui non si deve avere paura di affidarsi alle cure delle persone più care, come famiglia o amici, ma anche al supporto psicologico di un professionista, qualora lo si ritenga necessario.
Già, perché l’amore colpisce e affonda, lasciando ferite che fanno male, ma che, alla fine, varrà sempre la pena ricordare. Perché lo stato di una persona innamorata è tra i più invidiabili al mondo, considerando che riesce a sentirsi completo in due. Lo spiegava bene la teoria dello “stato nascente” elaborata dal sociologo Francesco Alberoni, recentemente scomparso. Con una simile definizione il sociologo aveva indentificato lo stato emozionale e mentale che infonde agli innamorati un’energia straordinaria.
«L’innamoramento è una ricerca della propria più profonda autenticità, un cercare di essere se stessi fino in fondo. Questo viene ottenuto grazie all’altra persona, al dialogo con lei, all’incontro in cui ciascuno cerca nell’altro il riconoscimento, l’accettazione, la comprensione, l’approvazione e la redenzione di ciò che è stato ed è realmente».
Con queste parole nel libro “L’amore e gli amori”, Alberoni aveva descritto i due innamorati come una nuova entità sociale nuova con un grandissimo di solidarietà: la coppia, appunto. Infatti, il vero innamoramento si rivela quando entrambi i soggetti della coppia entrano nel cosiddetto stato nascente, ovvero nel momento in cui riescono a vedere l’essenza delle cose indipendentemente dall’altro, quando si sentono liberi e non schiavi: né dominanti, né dominati. Non a caso, il valore che rende autentico l’innamoramento è la libertà dei due amanti, la loro diversità, il loro essere separati, che viene però compensato dal loro bisogno di tornare a essere complementari, perché l’amore “un continuo cercasi e trovarsi”.