Giulio Golia, la Iena shock: “Hanno provato a uccidermi due volte”

Il giornalista inviato della trasmissione “Le Iene” Giulio Golia racconta alcuni episodi shock in carriera “Hanno tentato di uccidermi”.

Giulio Golia è uno dei inviati veterani della trasmissione “Le Iene”. Dal lontano 1997, siamo abituati a vederlo sempre in divisa nera, vestito da “iena”, alla ricerca di scabrosi scoop e alla conduzione di servizi e inchieste molto delicati. È entrato giovanissimo nella fortunata trasmissione di Italia 1 e oggi, a 53 anni, non ha intenzione di abbandonarla.

Ogni tanto, però, ammette di voler mollare tutto, visti i rischi corsi negli anni, eppure, la sua è una missione. Non ha mai abbandonato “Le Iene” perché è uno dei pochi programmi tv che gli dà piena libertà di movimento. Inoltre, è entusiasta del proprio lavoro, e riesce ancora oggi a trovare molteplici stimoli per andare avanti a fare quello che fa.

Giulio Golia, lo storico inviato de “Le Iene”, non ha intenzione di togliersi la divisa, nonostante alcuni episodi shock

Giulio Golia durante un servizio alle Iene
Giulio Golia durante un servizio alle Iene (Spraynews.it)

“Ti fermano per strada, non ti chiedono il selfie, ma ti ringraziano per ciò che fai, sei responsabile della fiducia che ripongono in te”, ammette in un’intervista, la “iena” Giulio Golia, orgoglioso del proprio mestiere, e consapevole del ruolo che ricopre. “Le Iene” sono la sua famiglia, c’è un senso di appartenenza e un attaccamento alla divisa.

Nel tempo, lui e i suoi colleghi hanno capito meglio il loro ruolo, e ognuno si è specializzato in un settore d’inchiesta specifico. All’inizio, per stessa ammissione di Golia, era tutto più caotico e c’era meno organizzazione. In effetti, “Le Iene” è stato un programma rivoluzionario nella tv italiana, e ha portato una ventata di freschezza, cambiando molte regole giornalistiche.

La divisa, comunque, il nostro Giulio Golia la porta dietro anche in vacanza, “Non si sa mai, se succede qualcosa” ammette. Ma come è iniziata la carriera dell’inviato? Da ragazzo, Golia faceva serate di cabaret, a metà anni ’90 aveva partecipato persino al programma “La sai l’ultima?”, incentrato sulle barzellette, vincendo per ben dieci puntate.

La carriera della iena Giulio Golia

Dopodiché, era stato assunto come scalda-pubblico in una trasmissione di Paolo Bonolis. Nel 1997 l’occasione della vita, con l’ideazione de “Le Iene” di Davide Parenti. Golia aveva esordito con un servizio che aveva attirato l’attenzione degli spettatori. Aldo Grasso lo aveva definito subito “geniale, dirompente, camaleontico”. Da quel momento è iniziata la sua fortunata carriera.

Ogni anno, Golia registra una trentina di servizi, il servizio che conserva maggiormente nel cuore è quello su Dj Fabo, il ragazzo che ha lottato per sottoporsi a eutanasia, nel 2014. Il servizio più pericoloso, invece, è quando gli hanno sparato, due volte. “La prima volta hanno sparato alla macchina, come avvertimento, mentre registravo un servizio per un clan camorristico. La seconda volta in Puglia, fingendomi un immigrato”.

Giulio aggiunge che “Capita spesso quando tratti argomenti di mafia, di camorra di ‘ndrangheta e ti ritrovi in posti assurdi”. Insomma, fare la iena non è semplice, a volte si ha paura, e non si ha un copione, anzi, “Fare la iena comporta tante rotture di scatole. La maggior parte ci prova e poi molla”.

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