A Hollywood interpreti e scrittori incrociano le braccia per chiedere salari più alti e protezioni contro lo streaming e l’intelligenza artificiale
A Hollywood è scattato lo sciopero congiunto di attori e sceneggiatori. Un fatto storico che non accadeva dal 1960. Si sono concluse nel nulla le trattative sul rinnovo del contratto che per quattro settimane hanno visto contrapposti produttori e interpreti. Da una parte il Sag-Aftra, il sindacato che raccoglie 160mila tra attori e attrici di cinema e televisione. Dall’altra l’Amptp, l’associazione che rappresenta i principali studi di produzione e le piattaforme di streaming, da Amazon e Apple a Netflix e Disney, passando per Paramount, Sony e Warner Bros Discovery.
Saltata la contrattazione, ieri il sindacato ha deciso di proclamare ufficialmente la mobilitazione. Le star del piccolo e del grande schermo si uniranno dunque ai colleghi scrittori nei picchetti che da inizio maggio paralizzano l’industria dello spettacolo statunitense. È la prima volta in oltre quarant’anni che gli attori incrociano le braccia contro l’industria cinematografica e televisiva.
Gli sceneggiatori rivendicano salari più alti, tutele sanitarie, royalty e garanzie contro lo streaming e l’intelligenza artificiale, che, temono, in futuro non troppo lontano potrebbe sostituirsi agli autori con la perdita di migliaia di posti di lavoro.
“Dopo più di quattro settimane di trattativa l’Amptp non si è mostrata disponibile a offrirci un accordo equo”, si legge nel comunicato della Sag-Aftra. “Negli ultimi dieci anni, il nostro compenso è stato gravemente eroso dall’ascesa dello streaming. Inoltre, l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia cruciale per le professioni creative e tutti gli attori e gli artisti meritano un contratto che li tuteli dallo sfruttamento del proprio volto e talento senza consenso e retribuzione”, spiega la nota. “L’Amptp ha negato che gli enormi cambiamenti in corso nell’industria dello spettaccolo e nell’economia in generale abbiano un impatto nefasto su chi lavora per loro. Le risposte dei produttori alle nostre proposte non sono state adeguate”.
Accuse che gli Studios rispediscono al mittente. “Siamo profondamente delusi dal fatto che la Sag-Aftra abbia deciso di abbandonare la vertenza. È stata una scelta del sindacato, non nostra. Ha respinto la nostra offerta di un aumento storico dello stipendio minimo e dei diritti d’autore, tetti molto più alti ai contributi pensionistici e sanitari e una protezione rivoluzionaria dall’intelligenza artificiale. Invece che continuare a trattare, il sindacato ci mette tutti in una situazione che aggraverà le difficoltà economiche di chi lavora nell’industria dello spettacolo e dipende da essa per il proprio sostentamento”.
Grandi nomi di Hollywood sono pronti a protestare a sostegno dei colleghi. Nei giorni scorsi centinaia di star – tra le quali Meryl Streep, Glenn Close, Jennifer Lawrence, Bob Odenkirk, Mark Ruffalo, Quinta Brunson e Rami Malek – hanno firmato una lettera in cui chiedevano ai vertici del sindacato di tenere una linea dura, preparandosi allo sciopero.
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