Dei ricercatori dell’Università di Torino hanno studiato attentamente il comportamento dei cani, interrogandosi sul perché scodinzolano.
Pensiamo di sapere tutto, ma proprio tutto, sul comportamento animale, eppure continua a sfuggirci qualcosa. Gli scienziati, ad esempio, continuano a studiare il comportamento di numerose specie, tra cui anche i cani, i migliori amici dell’uomo. Nonostante un rapporto millenario, facciamo ancora oggi fatica a inquadrare perfettamente certi atteggiamenti.
Dei ricercatori dell’Università di Torino, in collaborazione con le Università di Roma, Vienna e il Max Planck Institute for Psycholinguistics, hanno incrociato i dati di decine di studi effettuati nel corso dei decenni, mettendo in evidenza i meccanismi, l’evoluzione e la funzione dello scodinzolio dei cani. Che cosa è stato scoperto?
Perché i cani scodinzolano e qual è la funzione esatta del movimento della coda
I risultati dello lungo studio sono stati pubblicati poche ore fa sulla testata scientifica “Biology Letters”. La ricerca, intitolata “Why do dogs wag ther tails?”, è stata condotta dalla dottoressa Silvia Leonetti, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino. Perché i cani fanno utilizzo dello scodinzolio per comunicare?
Il comportamento dei cani e lo scodinzolio, in determinate situazioni, sono sempre stati evidenti. Sappiamo che il cane muove la coda quando è felice, quando vuole giocare, la tende in caso di aggressione, la ritrae se spaventato. Tuttavia, scientificamente, queste movenze non sono ancora molto chiare. Con oltre un miliardo di esemplari, i cani convivono con l’uomo da 35 mila anni.
Le code sono parti del corpo comuni in tutti i vertebrati, originariamente evolute per la locomozione. Certe specie utilizzano la coda per stare in equilibrio, oppure per scacciare i parassiti, altre per arrampicarsi. Nei canidi, le code non sono utilizzate per la locomozione, ma per la comunicazione. Così come l’uomo, anche il cane è un animale sociale.
Perché un cane comunica con la coda e qual è la funzione di questa parte del corpo
La coda è l’estensione della colonna vertebrale, ma i ricercatori ancora non sanno bene come i movimenti siano controllati a livello neurologico. Si tratta, infatti, di un comportamento asimmetrico, dunque i cani scodinzolano a seconda degli stimoli che ricevono. Si penserebbe quindi a una lateralizzazione cerebrale: la coda verso destra è determinata dall’attivazione dell’emisfero sinistro del cervello.
Lo spostamento della coda a destra identificherebbe emozioni positive, quindi gioia, felicità, voglia di giocare. Al contrario, quando la coda si muove a sinistra, viene attivata dall’emisfero destro, identificando stimoli negativi, come aggressività, paura, sottomissione. Lo scodinzolio, però, va da una parte all’altra, con l’oscillazione della coda. Quindi, cosa significa?
Esiste una correlazione tra eccitazione positiva e negativa, e una correlazione tra ormoni e neurotrasmettitori. Questa caratteristica non è chiara e si fa fatica a spiegare bene. Tuttavia, lo scodinzolio dei cani è usato come segno visivo per comunicare con altri simili o con gli uomini. In particolare, un cane usa la coda per comunicare sottomissione, oppure una richiesta.
Richiesta e sottomissione, emozioni negative e positive, il ruolo della coda nei cani
I ricercatori hanno notato, ad esempio, che un cane scodinzola di più quando non vuole mangiare un certo cibo, dunque la sua sarebbe una richiesta di cambiare alimento. È probabile, ammette la dottoressa Leonetti, che “durante il processo di domesticazione, gli esseri umani abbiano selezionati i cani che scodinzolavano più spesso e in modo ritmico”.
Questo, per facilitare la comunicazione con il cane, e capire meglio ciò che l’animale vuole comunicare. I cani, infatti, scodinzolano soprattutto in presenza di umani. Tuttavia, lo scodinzolio non è uniforme in tutte le razze. Ad esempio, i cani da caccia scodinzolano di più rispetto ai cani da pastore, perché hanno subito una selezione diversa.
Forse perché i primi devono comunicare maggiormente con l’uomo, i secondi devono comunicare con il gregge. Comunque sia, continua la dottoressa, “il comportamento è evidente ma sfuggente. Si tratta di meccanismi ancora poco conosciuti, che impediscono pienamente di comprendere la storia evolutiva del moderno scodinzolio e il ruolo questo che svolge”.