Immersi in panorami naturali mozzafiato e scrigni di prestigiosi patrimoni culturali, ecco cinque borghi storici da non perdersi per un weekend fuori porta in questo 2023
Per l’Italia questa è un’estate da record, non solo per 68 milioni di turisti attesi dall’estero, ma anche per il boom di turismo interno previsto. Molti italiani infatti hanno deciso anche quest’anno di andare a scovare i piccoli e grandi tesori della penisola invece che optare per una meta oltre confine per le loro vacanze. Il fenomeno ha cominciato a prendere piede verso la fine della pandemia e si sta continuando a rafforzare nelle ultime stagioni, anche a causa del carovita.
Per fortuna, il Bel Paese è uno scrigno di meraviglie culturali e paesaggistiche che non smettono mai di attirare anche gli abitanti interni. Tra queste, una medaglia d’onore va indubbiamente ai tanti borghi storici che costellano il territorio italiano. Ad alcune di queste località, la rinomata associazione a scopo di promozione turistica del Touring Club Italiano ha riconosciuto il prestigioso premio di Bandiera Arancione.
Vediamo di cosa si tratta.
Si tratta di un prezioso riconoscimento che, istituito nel 1998 dal Touring Club, premia i piccoli comuni dell’entroterra che spiccano per il loro patrimonio storico, culturale e paesaggistico, ma anche per l’accoglienza di qualità, l’impegno per l’ambiente e la valorizzazione del territorio.
Fino al 2022 erano a quota 274 i borghi certificati con la Bandiera Arancione, considerati dal Club come: “Piccoli centri che accolgono i viaggiatori grazie a comunità ospitali che, con impegno ed entusiasmo, mantengono vive le tradizioni, tutelano il patrimonio locale e animano i territori attraverso l’organizzazione di eventi e manifestazioni”.
Agli albori dell’estate di quest’anno, cinque new entry vengono consacrate con il prestigioso riconoscimento e si rintracciare nelle Marche, in Basilicata, Emilia Romagna e Toscana. Con le ultime assegnazioni, le Bandiere Arancioni diventano 279 e rappresentano l’8% delle oltre 3.300 candidature di piccoli comuni analizzate dagli organizzatori dell’iniziativa. Andiamo a scoprire i nuovi borghi premiati sparsi per l’Italia.
Sant’Agata Feltria è un’antichissima località di origine pre-romana sulle colline del Montefeltro, nell’entroterra riminese. Le numerose leggende sulla sua fondazione e il suo aspetto fiabesco, con un castello prestato dall’iconografia classica delle favole, rendono questo paese uno dei centri più caratteristici del Montefeltro, capace di offrire piacevoli itinerari culturali, naturalistici, spirituali e gastronomici.
Monteverdi Marittimo è una piccola cittadina fortificata nell’estremo sud della provincia di Pisa e a ridosso delle Colline Metallifere. Il nome riflette l’aspetto paesaggistico e scenografico della zona, caratterizzato da una morfologia montuosa estremamente accidentata che offre nel contempo ampi scorci panoramici. Boschi di lecci, sugheri e di castagni arricchiscono la bellezza di un territorio ancora del tutto incontaminato.
Frontone, in provincia di Pesaro-Urbino, è un borgo dell’Appennino umbro-marchigiano con una natura straordinaria da scoprire a piedi, in bicicletta o a cavallo. Circondato da vallate dal clima sempre fresco e colline verdi, è una tappa ideale sia per chi ama l’escursionismo, sia per chi è interessato ad un tour culturale attraverso l’imponente abbazia vuota di Fonte Avellana o il suo antico Castello di Frontone, risalente ai romani.
Nella stessa regione troviamo San Severino Marche, il borgo che costituisce il centro d’arte della provincia di Macerata. Anche questa quarta new entry tra le Bandiere Arancioni offre molto da visitare, dato che il suo ricco patrimonio artistico e culturale si fonde con la curatissima natura dei dintorni, come nel caso della frazione di Elcito, situata su uno sperone di roccia ad oltre 800 metri di altezza, alle pendici del Monte San Vicino.
Infine, incastonato tra due Parchi Nazionali in Basilicata, si trova Castelsaraceno, un borgo suggestivo e un paradiso per gli amanti degli sport all’aria aperta. Qui non si può non menzionare l’esperienza unica del Ponte Tibetano più lungo del mondo: 1160 passi da percorrere nel vuoto lungo i suoi 586 metri, col fiato sospeso e a passo lento, per non perdere nemmeno un millimetro della vista spettacolare che si staglia tutto intorno.
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