Il mondo è un crogiolo di culture differenti che colorano a loro modo anche le usanze più diffuse: ecco quali sono le usanze funebri più bizzarre del globo
Siamo abituati a immaginarci un funerale come un rito intinto nel nero, probabilmente in un giorno di pioggia, in silenzio e sommessa agonia tanto per il defunto quanto per i suoi parenti. Pur controvoglia, ne scandiamo i riti: dalla veglia, alla processione al cimitero, fino alla tumulazione finale. Si tratta sicuramente di una scansione dei passaggi dell’usanza funeraria già molto diversa da quella dei nostri antenati greci e latini, dovuta probabilmente alla nostra percezione della morte come di un evento intrinsecamente negativo. Invece, in epoca antica, il rito funebre era visto come atto propiziatorio per accompagnare il viaggio del defunto nell’aldilà, celebrato da cortei e danze, orazioni e sacrifici. Era compito di amici e parenti far sì che il defunto ricevesse i giusti riti, dal momento che altrimenti il suo spirito sarebbe stato condannato a vagare per l’eternità.
Allo stesso modo, ancora oggi, in diverse parti del mondo, i funerali continuano a seguire tradizioni e rituali molto antichi, basandosi su antiche credenze e dottrine tribali che rendono il rito un momento di grande preparazione e collaborazione di tutta la società. Dunque, con il desiderio di scoprire quali sono le usanze funerali più bizzarre del mondo, ecco un rapido excursus su alcuni dei riti funebri più curiosi, seguite nelle zone più remote del mondo.
Usanze funerarie d’Oriente: le più bizzarre
I funerali in Tibet
Nelle remote terre del Tibet, è diffusa una pratica funebre antica e unica conosciuta come la “Sepoltura del Cielo”. Questo rituale prevede di collocare i corpi dei defunti sulla cima di alti picchi, esponendoli agli avvoltoi e agli altri uccelli predatori. Sebbene questa usanza potrebbe sembrare macabra, si tratta di una tradizione che affonda le radici nella concezione buddhista sulla transitorietà della vita. Infatti, secondo la visione buddhista, il corpo è solo un involucro temporaneo da cui l’anima si è già separata in preparazione per una nuova reincarnazione. La “Sepoltura del Cielo” riflette questa prospettiva, in cui il corpo del defunto viene offerto agli uccelli come un rituale di passaggio verso una nuova fase della sua esistenza. Questa pratica mette in evidenza la profonda connessione tra la cultura tibetana, la spiritualità buddhista e la natura, dal momento che gli avvoltoi che consumano i corpi rappresentano un elemento naturale del ciclo di vita e morte.
I riti della tribù Toraja, in Indonesia
Nelle montagne della provincia del Sulawesi Meridionale, in Indonesia, la tribù Toraja ha una particolare della morte, intesa come una parte naturale della vita. Per questo motivo, fin da piccoli, i Toraja vengono educati ad accettare la morte come parte integrante della vita stessa. Pertanto, quando una persona cara muore, invece di considerarla morta, la trattano come se fosse malata, continuando a offrirle cibo, acqua e persino sigarette, con la convinzione che lo spirito rimanga vicino al corpo e desideri ricevere attenzioni. I corpi dei defunti sono conservati nelle loro abitazioni tradizionali, chiamate “tongkonan”, per diversi mesi, a volte persino per decenni, in attesa di una cerimonia funebre adeguata. Infatti, le cerimonie funebri dei Toraja sono costose e variano a seconda della casta: una famiglia di basso rango può spendere circa 50.000 dollari, mentre per le caste più alte il costo può arrivare a 250.000 o addirittura 500.000 dollari. Durante queste cerimonie, vengono sacrificati bufali d’acqua, in un numero pari al livello di prosperità della famiglia, per propiziare viaggio dell’anima del defunto verso il paradiso chiamato “Puya”.
Il rito funebre dura da 3 a 5 giorni e si conclude con la sepoltura della persona morta in un mausoleo o in una tomba di pietra. Tuttavia, il legame con i defunti non finisce qui. Infatti, dopo il funerale, il clan si riunisce periodicamente per il Ma’nene, che tradotto significa “cura degli antenati.” Durante questo rituale, i morti vengono rimossi dalle loro tombe, lavati, e ornati di nuovi indumenti, quindi riportati nelle tombe. Anche i parenti più lontani vengono in visita per l’occasione e condividono racconti durante un banchetto, onorando le persone care e rafforzando il legame tra i vivi e i defunti.
Usanze in Iran
In Iran, fino a pochi anni fa, si seguiva un’antica pratica funeraria legata allo zoroastrismo, conosciuta come la sepoltura in cielo. Secondo lo zoroastrismo, la morte è considerata un’impurità e inquinare la terra pura con la materia in decomposizione è visto come un atto sacrilego. Pertanto, i seguaci di questa religione praticano la sepoltura posizionando i defunti sulla cima di una struttura chiamata Torre del Silenzio o “dakhma”, esposti agli agenti atmosferici. Questa pratica è stata parte integrante dell’antica religione zoroastriana, che ha avuto origine in Iran circa 3.500 anni fa. Ma, sebbene alcune Torri del Silenzio siano ancora visibili, in particolare nell’area della città di Yazd, l’uso di tali strutture per scopi funerari è stato vietato negli anni ‘70.
I funerali nelle Filippine
Nelle Filippine, molti gruppi etnici hanno pratiche funerarie che possono sembrare bizzarre, figlie di tradizioni che riflettono le credenze delle comunità locali. Nella provincia del Benguet, sull’isola di Luzon, c’è l’usanza di bendare i morti e posizionarli accanto all’ingresso principale delle case, per manifestare un sentimento di rispetto e perenne connessione con i defunti. Nel gruppo etnico Tinguian, i morti vengono vestiti con i loro abiti migliori, fatti sedere su una sedia, e addirittura viene loro messa una sigaretta in bocca, per onorarli ricordandoli nel modo in cui erano durante la loro vita. Nella comunità di Caviteño, nei pressi di Manila, i morti vengono sepolti all’interno di alberi parzialmente scavati. Quando qualcuno si ammala, i parenti scelgono l’albero in cui il defunto sarà sepolto.
Ad Apayo, i morti vengono sepolti sotto le cucine delle loro case, per mantenere i legami con il mondo dei vivi nel contesto quotidiano della vita familiare. La tribù degli Igorot, originaria della provincia settentrionale delle Filippine, seguono un’antica usanza funeraria secondo cui sono gli anziani a realizzare le proprie bare. I corpi vengono posti all’interno di queste casse, che vengono poi inchiodate sulla scogliera, consentendo ai defunti di essere vicini ai loro spiriti ancestrali. Prima di essere issata sulla parete rocciosa, il cadavere viene fatto sedere su una “sedia della morte”, legato con foglie e viti, e onorato dai parenti.
Usanze funebri del Madagascar
Nel Madagascar, esiste un rituale noto come “famadihana”, comunemente noto come “La rotazione delle ossa”. Questo rito avviene ogni cinque o sette anni, quando la famiglia del defunto organizza una processione verso la cripta in cui è sepolto. Qui, il corpo, solitamente avvolto in un panno, viene riesumato e lavato con profumi e vino. Durante il rituale, animato dalla musica di una banda, i membri della famiglia ballano con il corpo riesumato. Una simile cerimonia cerimonia rappresenta un momento di connessione tra i vivi e i morti, in cui i legami familiari vengono rafforzati con atti di venerazione dei defunti, propiziando il loro viaggio nell’aldilà. Secondo le credenze locali, infatti, i corpi che non vengono mai riesumati rimangono in uno stato di limbo, non appartenendo né al mondo dei vivi né a quello degli antenati.
I funerali più fantasiosi dall’Africa all’America
Ghana
Nelle società tradizionali dell’Africa, la vita è suddivisa in quattro momenti cruciali, ognuno dei quali è segnato da una cerimonia significativa: la nascita, il rito di passaggio all’età adulta, il matrimonio e la morte. Questi momenti rappresentano il passaggio dell’individuo da una fase di vita all’altra, rispecchiando la percezione ciclica del tempo in Ghana, in contrasto con la concezione lineare tipica delle grandi religioni monoteiste. Ciascun gruppo etnico ghanese ha un approccio diverso a questi riti, modellato da tradizioni, valori e credenze tradizionali. Tra le usanze più diffuse c’è la libagione, che prevede l’offerta sacrificale di bevande, acqua o alcol, pronunciando invocazioni agli spiriti.
Altro aspetto fondamentale delle cerimonie funebri del Ghana è la scelta del feretro. Le bare vengono spesso elaborate e personalizzate, assumendo forme inusuali come bottiglie di birra, aeroplani, peperoncini o persino scarpe giganti. Questo riflette la convinzione che i defunti continuino la loro professione nell’aldilà e debbano essere sepolti con oggetti che rappresentano il loro lavoro. Un’altro degli aspetti più noti dei funerali ghanesi che ha attirato l’attenzione dell’Occidente è la figura dei cosiddetti pallbearers, uomini vestiti con abiti bianchi e neri e occhiali da sole, che danzano a ritmo di musica mentre portano una bara sulle spalle durante i cortei funebri, secondo il rito della danza della bara o coffin dance.
America
A New Orleans, in Louisiana, esiste una tradizione funebre unica basata sul jazz. Questo rito, che rappresenta un mix affascinante di tradizioni francesi e afro-americane, è una celebrazione che oscilla tra gioia e tristezza, i cui momenti sono scanditi da una banda musicale. La cerimonia funebre inizia con un repertorio malinconico suonato dalla banda, ma una volta che il corpo è stato sepolto, le note si animano e l’atmosfera diventa festosa. Una caratteristica distintiva di questa tradizione è la presenza di una danza catartica, non solo per onorare il defunto, ma anche per commemorare la sua vita. La musica vivace e la danza diventano un’opportunità per celebrare il passaggio dell’anima del defunto e per allontanare la