In fiamme, la vera storia che si cela dietro la serie di successo Netflix

In fiamme è una serie tv di grande successo che viene trasmessa su Netflix.  Ma qual è la sua vera storia?

In fiamme è una miniserie di origine spagnola che ha trovato un’ottima accoglienza su Netflix. Ma quale mistero si nasconde dietro questa vicenda? Ecco tutti i particolari.

In fiamme è un’intrigante serie tv crime composta da 8 episodi e approdata su Netflix che ruota intorno a un delitto che ha fatto tremare tutta la Spagna, ma che in Italia non era così nota. Al centro di tutto vi è Rosa Peral, un’agente della polizia di Barcellona.

Quando viene trovato carbonizzato il corpo di Pedro Rodriguez, anche lui agente di polizia e fidanzato di Rosa partono le indagini. Mentre Rosa e il suo amante Albert cercano di sviare la responsabilità sull’ex marito della donna emergono altri intrighi. Ma cosa si è verificato nella realtà?

In fiamme: un giallo sempre più misterioso

Ci sono storie che sembrano già pronte per diventare spunto di fiction a causa della loro struttura e dei protagonisti.

In fiamme: la ricostruzione nel documentario le differenze e le somiglianze con la serie
In fiamme: ecco tutto quello che c’è di vero e cosa no -Foto: Youtube-Hyper Trailer-(spraynews.it)

Questo è quello che è successo con In fiamme tratta dal Delitto della Guardia Urbana avvenuto nel 2017. Su Netflix si può trovare anche il documentario riguardante la vicenda raccontata dalla serie tv con protagonista Úrsula Corberó nei panni della protagonista. Mentre In fiamme è per esigenze narrative romanzato, i fatti si sono verificati nella realtà.

L’auto della vittima, Pedro Rodriguez, per esempio, è stata rinvenuta presso il bacino idrico di Foix. Successivamente è emerso che era stato assassinato a Vilanova i la Geltrú nella casa che divideva con Rosa Peral.  Nel documentario la donna ha dichiarato di aver subìto il delitto di cui il responsabile sarebbe solo Albert che l’avrebbe commesso per gelosia. Durante il processo inoltre Rosa e Albert si sono scambiati moltissime e-mail, cosa non affrontata nella serie.

Pare inoltre che il complice della condannata non fosse proprio il suo nuovo fidanzato ma un amante. C’è poi anche lo scambio di un anello da parte di Albert a Rosa con le sue amiche come testimoni. Al processo Albert ha detto che era un modo per indurla a tornare a lavorare insieme, mentre lei ha smentito un’eventuale relazione. Per via delle testimonianze contraddittorie e dello stato del cadavere non si è riusciti a capire chi sia stato l’autore effettivo dell’omicidio o se abbiano agito insieme.
Alla fine Rosa è stata condannata a 25 anni, mentre Albert a 20. Ora anche gli utenti italiani della piattaforma di streaming ne conoscono tutti gli inquietanti dettagli.
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