In crisi uno dei settori dell’eccellenza italiana, potrebbe cambiare tutto a breve
In questo periodo sui banchi dei mercati abbondano le arance, un prodotto di stagione dal valore indiscutibile per la nostra salute ma che rappresenta anche un patrimonio nazionale. l’Italia è infatti il paese con la maggior esportazione di questo prodotto seconda a tratti solo alla spagna, i numeri sulla produzione di questo elisir di salute stanno tuttavia diminuendo drasticamente per via di un attacco su più fronti che le piantagioni stanno subendo in questo momento. Continuando si questo passo il futuro delle arance è già segnato, adesso più che mai vi è quindi bisogno di interventi concreti.
È già scattato un vero e proprio allarme per quel che riguarda la produzione delle famosissime arance di Sicilia, questo prodotto di canto nazionale è infatti più a rischio che mai e i motivi sono da imputare a diversi fattori. Nei mesi passati in molti hanno avuto modo di vedere la desolazione di aranceti interi lasciati abbandonati dopo essere seccato per via di una malattia fungina arrivata per via dei prodotti importanti dall’Africa, adesso però la stessa sorte potrebbe toccare anche agli aranceti ancora sani per via dei cambiamenti climatici.
Ogni giorno sentiamo sempre più parlare di aumento delle temperature e cambiamenti climatici, in molti per non sembrano percepire l’importanza di ciò che sta avvenendo, come se quasi la questione non ci toccasse davvero. La verità però è molto meno idilliaca e parla di uno stato di siccità, favorito appunto dal cambiamento del clima, che si fa sempre più sottolineato e che sta già mettendo in crisi settori interi e soprattutto la filiera delle arance.
La Sicilia è già considerata zona rossa in quanto ad emergenza idrica, questa favorita dalle pochissime precipitazioni degli ultimi mesi. I primi effetti della siccità sono stati la tardiva maturazione dei frutti e la riduzione del calibro di questi, in questo momento si sta tuttavia assistendo ad un altro fenomeno, ovvero la cascola prematura dei frutti che stanno ricoprendo il suolo degli aranceti quando mancano ancora 3 mesi alla solita fine della raccolta. Al momento sembrerebbe che sia stata già persa la metà della produzione e le perdite economiche sono davvero rilevanti per gli agricoltori già messi a dura prova dalle fitopatologie.
Anche la concorrenza dei prodotti importati influisce negativamente, in un settore già così in crisi il prezzo di vendita delle arance da parte degli agricoltori sembra non riuscire ad andare oltre i 30 centesimi al chilo, un prezzo che a detta di molti non riuscirebbe a ripagare le spese e che starebbe per far cedere centinaia di produttori.
Una questione più delicata che mai per la quale si attende l’intervento delle regioni e del governo, senza dubbio però senza un inversione del trend, anche per quel che riguarda il clima, sarà difficile evitare il peggio. Da parte nostra l’unico contributo possibile resta quello di leggere bene l’etichetta e di dare fiducia al prodotto italiano, una vera eccellenza mondiale che dovremmo sfruttare a pieno per evitare il tracollo, ormai quasi imminente, di intere filiere produttive.
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