Tra i tanti dolcificanti esistenti al mondo pare ce ne sia uno adatto anche ai diabetici. Ecco di quale si tratta e cosa è importante sapere a riguardo.
Che i dolci piacciano alla maggior parte delle persone è indubbio e si può evincere dai tanti prodotti che promettono di essere appunto dolci ma al contempo light. Un risultato al quale si arriva lavorando sui dolcificanti e scegliendone di volta in volta di meno calorici.
Il problema degli zuccheri, però, non si limita solo alle calorie ma all’impatto che ha sulla glicemia. A tal proposito, negli ultimi anni sta emergendo sempre di più un particolare dolcificante che sembra non avere di questi problemi e che pertanto sarebbe consigliato anche a chi soffre di diabete.
Amare lo zucchero e i sapori dolci è più che normale. E tante persone si trovano troppo spesso a dover rinunciare al dolce che tanto amano per via di una dieta da seguire o, ancor peggio, perché diabetici. Un problema che secondo recenti studi potrebbe trovare la soluzione in un dolcificante in particolare che prende il nome di tagatosio. Dolce quasi come lo zucchero, contiene infatti metà delle sue calorie e, cosa più importante, sembra avere un basso indice glicemico.
Si tratta di un monosaccaride chetoesoso scoperto dal chimico Levin nel 1990 e poco disponibile in natura. Lo si può infatti trovare in piccole tracce nel latte di mucca e in alcuni prodotti lattiero-caseari. Industrialmente si ottiene dal lattosio anche se chimicamente è un D-fruttosio. Di colore bianco, si scioglie in acqua e ha un sapore molto dolce, rendendosi quindi perfetto come sostituto dello zucchero. A differenza di quest’ultimo, però, ha un indice glicemico inferiore a 5, la metà delle calorie dello zucchero ed effetti probiotici. Inoltre sembra non provochi carie ed è naturalmente privo di glutine e di lattosio.
Un prodotto che sembrerebbe quindi davvero speciale e più che mai adatto sia a chi è a dieta che a chi ha problemi di diabete o di insulino resistenza. Ovviamente, si tratta di un prodotto di recente scoperta e che pertanto negli anni, se assunto in grandi quantità, potrebbe mostrare anche degli effetti collaterali. Al momento, ad esempio, è emerso che un consumo eccessivo può portare a nausea, flatulenza, diarrea, etc… e che per la sua composizione chimica è sconsigliato a chi non tollera il fruttosio.
Prima di assumerlo è quindi sempre meglio chiedere un parere al proprio medico curante e inserirlo eventualmente nella dieta solo a piccole dosi, considerando che quella suggerita giornalmente è di circa 15 grammi. In questo modo si potrà conoscere la reazione del proprio organismo.
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