In questi giorni, cade il 40esimo anniversario della morte di Katty Skerl, un delitto diventato un cold case per una serie di motivi inquietanti.
Sono passati 40 anni dall’omicidio di Katty Skerl, una giovane attivista di 17 anni uccisa brutalmente il 21 gennaio 1984. Il corpo venne ritrovato il giorno dopo il decesso e a decenni di distanza il delitto è diventato un vero e proprio cold case. Nonostante gli sforzi degli inquirenti, infatti, il caso è ancora irrisolto e l’assassino della giovane di origini svedesi non ha ancora un volto e un nome.
Nel 2023, Francesco Morini, ex fidanzato della vittima, viene nuovamente interrogato, ma non emerge nessun sospetto su di lui. Nel frattempo, podcast e speciali su YouTube tornano a interessarsi del caso, per una serie di ragioni, che vedremo di seguito. Una di queste lega incredibilmente il caso della morte di Katty Skerl ad altri due cold case mai risolti: le scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi.
Le indagini sull’assassinio di Katty Skerl, figlia di un regista svedese e militante comunista, si sono orientate verso diverse piste, inclusa quella di un possibile serial killer attivo nell’area nel periodo dei fatti. Un’altra pista posta direttamente al coinvolgimento di ambienti neofascisti. Nel 2022, il mistero si infittisce ulteriormente quando gli investigatori scoprono un elemento agghiacciante.
La tomba di Katty, sepolta al cimitero monumentale del Verano, è stata profanata: questo alimenta appunto ulteriori speculazioni e collegamenti con altre vicende irrisolte. Proprio in questi giorni, peraltro, un appello è stato fatto dalla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’: una foto mostra una modella posare nella tomba vuota della 17enne, si tratta di uno scatto a dir poco raccapricciante.
Mentre a Roma, 40 anni dopo, un politico di area centrodestra si muove perché a Katty Skerl venga dedicata una strada della Capitale, le indagini sono davvero a un binario morto e quella della 17enne svedese uccisa da una mano ignota, e di cui tanto si parlò sui giornali dell’epoca, resta una morte senza spiegazioni, senza un movente e senza un assassino.
La ragione porta a sospettare che chi l’ha uccisa possa averle dato un passaggio e poi per motivi del tutto oscuri – forse il diniego a un rapporto sessuale – l’abbia strangolata e poi abbandonato il corpo. Contestualmente, negli anni e in più occasioni, questo delitto è stato collegato alle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, avvenute appena qualche mese prima.
Anche Francesco Morini, l’ultimo fidanzato di Katty Skerl, in un’intervista ha sembrato avallare questa ipotesi, quando dice esplicitamente: “Io credo che l’omicidio di Katty Skerl sia comunque legato a un intrigo all’interno del Vaticano. Per me, il delitto Skerl può essere stato il macabro sigillo di una terribile trilogia iniziata con la scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi”.
Al centro, dunque, ci sarebbe un intrigo che lega ricatti dentro la Santa Sede, fondi neri smaltiti dallo Ior, la guerra fredda tra Urss e Usa e i fragili equilibri all’interno della malavita nella Capitale, in quegli anni rappresentata dalla notoria Banda della Magliana. Ad accomunare i tre casi citati con altri che avvennero in quegli anni, c’è anche un nome, quello del fotografo romano Marco Accetti.
Ribattezzato dalla stampa come “l’uomo nero”, Accetti è sicuramente uno dei personaggi più controversi nei cold case rimasti senza una soluzione in quegli anni. Era lui alla guida del furgone che a dicembre 1983 uccise il piccolo Josè Garramon, un ragazzino di nazionalità uruguayana, figlio di un funzionario delle Nazioni Unite, e lui stesso si è accusato poi senza essere creduto del rapimento di Emanuela Orlandi.
Secondo il fotografo, da molti ritenuto un mitomane, Katy Skerl è stata uccisa dalla stessa fazione che aveva preso Emanuela Orlandi. Sempre Accetti sostiene che la tomba della 17enne uccisa quarant’anni fa sia stata profanata nel tentativo di eliminare ogni legame col rapimento Orlandi. Per gli inquirenti, si tratta solo di ricostruzioni fantasiose ed è solo una casualità che tre cold case abbiano riguardato persone così giovani in quegli anni.
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