Un’infanzia difficile comporta determinate conseguenze sulla personalità e completa un carattere con specifici tratti: quali?
Come affermano gli psicologici, ma possiamo rendercene bene conto da noi stessi, le esperienze vissute durante l’infanzia hanno un peso enorme sulla nostra crescita e sulla nostra personalità. Avere un’infanzia difficile, infatti, comporta una certa evoluzione psicologica, rafforza il carattere, lo scolpisce con determinati tratti, solitamente positivi.
Insomma, una brutta infanzia, piena di difficoltà e di problemi, non può che rendere più forti e, inevitabilmente, fa crescere prima. Si diventa adulti prima del tempo, si prende in mano la propria vita, quando ancora, la maggior parte dei coetanei, vive nel suo mondo fatato, protetto dall’amore dei genitori. Un’infanzia difficile comporta maggiore consapevolezza della realtà.
I cinque tratti distintivi (e che rendono più forti) di chi ha avuto un’infanzia difficile
Naturalmente, ogni caso è a sé, e non è detto che i tratti distintivi siano tutti uguali. Questi, però, sono i più frequenti indicati dagli psicologici, e che emergono maggiormente a seguito di numerosi studi. Ad esempio, una prima fase di vita difficoltosa comporta una maggiore empatia. Si è scoperto che, più gli individui sono esposti e vivono esperienze difficili in giovinezza, e più tendono a essere comprensivi.
Essere empatici significa comprendere gli altri, capire i sentimenti e le emozioni degli altri, significa condivisione delle emozioni e, all’occorrenza, prestare aiuto nei confronti di individui in difficoltà. Tra l’altro, le persone empatiche riescono a legare meglio con gli altri, si preoccupano, questo perché sono più comprensivi, perché hanno attraversato anche loro gli stessi momenti duri.
L’empatia, talvolta, può nascondere delle insidie, perché rende maggiormente esposti, troppo sensibili e vulnerabili. È importante cercare di mantenere un certo equilibrio interiore per non farsi sopraffare dalle emozioni degli altri. Altro tratto che emerge in persone con una gioventù difficile è la resilienza. Abbiamo imparato a conoscere questo termine soprattutto negli ultimi anni.
Come cambia il nostro carattere in base a una gioventù difficile e problematica
La resilienza è la capacità di far fronte alle difficoltà, di sapersi adattare alle situazioni difficili, di combattere le avversità, dunque la capacità di trasformare il proprio dolore in forza. E ancora, altro caratteristica che prende origine a seguito di un’infanzia difficile è una maggiore indipendenza. La maggior parte di questi individui si non fida degli altri, ma conta solo su se stesso.
Tutto ciò si traduce in una maggiore indipendenza, si è più autonomi. Essere autosufficienti è una virtù, ma si rischia di non chiedere mai aiuto nei momenti più critici. Chiedere aiuto alle persone care, a volte, non può che far bene. Altra caratteristica è la spiccata creatività. Spesso, il dolore è la materia principale per la creazione dell’arte.
Individui del genere possono avere spiccate doti artistiche, per sfogare il proprio mondo interiore, fuggendo dalla realtà. Insomma, si fa confluire il dolore attraverso l’espressione artistica, ed è necessario per sapersi esprimere al meglio. L’arte è una terapia che fa bene alla mente, contribuisce a sfogare tutte le emozioni che si hanno strette nel cuore.
Infine, la flessibilità psicologica è una caratteristica da non sottovalutare, perché aiuta l’individuo ad adattarsi a ogni situazione, prendere tutto con filosofia, senza gettarsi nello sconforto. Si è in grado di cambiare modo di pensare, si è pronti al cambiamento, si è più ottimisti e proattivi. Si affrontano le sfide con maggiore serenità. A proposito di infanzia, la mente è una macchina complessa: Ricordano episodi dell’infanzia e stanno bene: le esperienze di chi è morto per qualche minuto.