Approvata dall’aula di Strasburgo la Nature Restoration Law, la legge per il ripristino della biodiversità e il recupero delle aree naturali. Previsti obiettivi vincolanti per gli Stati membri
Quasi un tifo da stadio, con applausi e abbracci, ha salutato ieri nell’aula dell’Europarlamento l’approvazione della Nature Restoration Law, la legge sul Ripristino della natura. Il testo – passato con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astenuti – mira al ripristino della biodiversità e al recupero delle aree naturali gravemente compromesse introducendo obiettivi vincolanti per gli Stati membri. Dopo questo primo via libera, l’iter verso l’approvazione della legge prosegue con i negoziati del cosiddetto “trilogo” (Commissione europea, Europarlamento e Consiglio dell’Ue).
Si tratta di un provvedimento controverso fortemente sostenuto da Socialisti, Verdi, Sinistre e da gran parte dei Liberali ma avversato dalla destra e dal Partito popolare europeo, che però ieri non ha votato compatto. Ventuno eurodeputati del Ppe infatti si sono espressi a favore, rompendo con la linea ufficiale del partito. Il voto di ieri segna dunque una sconfitta per il gruppo guidato da Manfred Weber, contrario al testo perché ritenuto troppo penalizzante per il settore agricolo.
In generale i detrattori della legge, temono le ripercussioni economiche sull’industria agroalimentare, sui settori agricolo e ittico.
Un spaccatura andata in scena anche fuori dall’aula alla vigilia del voto, con due presìdi contrapposti. Da un lato gli agricoltori, rappresentati dalla Copa-Cogeca, il sindacato degli agricoltori e delle cooperative agricole europee, che paventano una perdita di “produttività”. Dall’altro gli ambientalisti di Fridays for Future guidati da Greta Thunberg.
Cosa prevede la legge sul “Ripristino della natura”
La legge prevede, con obiettivi vincolanti per gli Stati membri, di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030 per poi estendere lo stesso concetto a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050 (dalle foreste ai terreni agricoli, dalle aree urbane ai fiumi e agli habitat marini). Scopo, garantire sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute e benessere per popolazione, fauna e flora.
Fra i punti più rilevanti della legge, l’obiettivo di ridurre pesticidi chimici del 50% entro il 2030, l’aumento delle aree protette, gli sforzi per salvare gli impollinatori, ma anche la volontà di impedire la perdita di spazi verdi urbani entro il 2030 e programmarne un aumento del 5% entro il 2050.
Il plauso di Socialisti, Verdi e ambientasti
Dopo il sì di Strasburgo, i favorevoli alla legge non hanno nascosto la propria soddisfazione. Fra le prime reazioni al voto, quella del Wwf, che da mesi spingeva per l’approvazione della legge: “Sono stati ascoltati i cittadini e la scienza“, ha commentato l’associazione. La vicepresidente del Parlamento Ue, la democratica Pina Picierno, ha scritto invece su Twitter che “gli sforzi delle destre non sono riusciti ad affossare uno dei capisaldi del Green Deal”.
Greta Thunberg dal canto suo ha spento gli entusiasmi: “È scandaloso si debba lottare per le briciole, questi problemi non dovrebbero neanche esistere”, ha detto l’attivista svedese. “Senza natura non c’è futuro”.