In pochi parlano del compositore Michele Novaro dimenticando il suo essere divenuto una figura di riferimento per il giovane poeta Mameli.
La partitura de “Il canto degli italiani” di Michele Novaro viene spolverata in occasione della prima televisiva di “Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia“. Il film verrà trasmesso in onda in prima serata il 12 febbraio e 13 febbraio 2024 su Rai 1.
A poche ore di distanza dal termine dell’emozionante esibizione di Ghali, a Sanremo – con il brano di Toto Cutugno “L’italiano” – i quattro episodi della nuova serie evento, diretta da Luca Lucini e Ago Panini, si preparano ad esordire sul piccolo schermo.
La suddivisone in capitoli del film esplorerà, con uno sguardo molto attuale sulle vicende dell’epoca, la figura e le passioni di Goffredo Mameli (alias Riccardo De Rinaldi) in uno momento particolarmente decisivo per la nascita della repubblica romana.
Il soffio vitale e il successivo sodalizio artistico fra Mameli e Novaro contribuì – in modo piuttosto coraggioso ed essenziale – a far trapelare, per la prima volta, nella penisola italiana delle idee democratiche.
Tali germogli si rivelarono di fondamentale importanza per poter scardinare degli ormai desueti principi e per dubitare con coraggio degli ingiusti meccanismi di oppressione e potere guidati da cieca coscienza civile e da una convinta arretratezza.
La miniserie è tratta dal libro di Giulio Leoni (“Mameli”) e racconta nei dettagli ai telespettatori quelli che furono i germogli della repubblica romana. L’obiettivo si pone da lente d’ingrandimento, dal punto di vista dei suoi protagonisti, sugli accadimenti verificatisi in Italia dal 1847. Il film pare si concluderà con la scomparsa di Mameli – a Roma – nel luglio del 1849.
Secondo lo scrittore Giulio Leoni, come si evince in una recente intervista per @railibriofficial: “Questa spinta innescata dal poetare e dal cantare di Mameli” sarebbe riuscita “a creare una patria nuova“.
Questi personaggi, fra cui emerge in particolar modo la figura del compositore genovese Michele Novaro, sarebbero stati in grado – secondo lo scrittore – non solo di realizzare una componimento indimenticabile, che è ancora oggi il musicale simbolo dell’Italia in tutto il mondo, ma anche di contribuire all’uscita del popolo italiano da una fitta e controproducente rete costrittiva di ingiustizie.
Come, ad esempio, la “soggezione verso gli stranieri”, le prime controversie sul suffragio universale o la pena di morte. Tutto ciò sarebbe avvenuto grazie a dei “valori di fondo” che sarebbero, ancora oggi: “presenti, potenzialmente, in ogni giovane“.
È esattamente per tal ragione, dunque, che – al di là della realizzazione della sua partitura – non si dovrebbe oscurare anche il nome del compositore Novaro quando si parla de “Il canto degli italiani“. Il quale è invece spesso citato, molto più “semplicisticamente”, come: “L’inno di Mameli”.
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