La scrittrice si è unita all’attore con rito civile “in articulo mortis”. “Non è una festa. Siamo Stati costretti”
Come aveva annunciato qualche mese fa, Michela Murgia ha sposato con rito civile in “articulo mortis“ (letteralmente in “punto di morte”) Lorenzo Terenzi, attore, regista, autore e musicista, conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale in cui lei era la protagonista e lui lavorava alla regia.
Un evento documentato con un video pubblicato sul canale Instagram della scrittrice, nel quale ha spiegato le ragioni e il senso della scelta. “Non è una festa”, ha scritto Murgia nel post di commento al filmato in cui si vedono i due apporre le firme. “Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda, non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo. Niente auguri, quindi, perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste. Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere”.
Nel lungo messaggio la neosposa ha colto l’occasione anche per dare degli aggiornamenti sul proprio stato di salute: “Ogni giorno c’è una complicazione fisica diversa, entro ed esco dall’ospedale e ormai non diamo più niente per scontato“.
Nei mesi scorsi l’autrice di “Tre ciotole” ha parlato spesso della sua “queer family“, un famiglia allargata di dieci persone, e dei suoi quattro figli “d’anima” (il più grande di 35 anni, il più piccolo 20). Ha anche accennato ai motivi per cui si sarebbe sposata con un uomo “ma poteva essere una donna“. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato: “Lo Stato alla fine vorrà un nome legale che prenda le decisioni, ma non mi sto sposando solo per consentire a una persona di decidere per me. Posso sopportare molto dolore, ma non di non essere presente a me stessa. Chi mi vuole bene sa cosa deve fare. Sono sempre stata vicina ai radicali”.
Per capire cos’è il matrimonio “in articulo mortis” è utile consultare il Codice Civile, che all’articolo 101 disciplina l’istituto. “Nel caso di imminente pericolo di vita di uno degli sposi – si legge –l’ufficiale dello stato civile del luogo può procedere alla celebrazione del matrimonio senza pubblicazione e senza l’assenso al matrimonio, se questo è richiesto, purché gli sposi prima giurino che non esistono tra loro impedimenti non suscettibili di dispensa. L’ufficiale dello stato civile dichiara nell’atto di matrimonio il modo con cui ha accertato l’imminente pericolo di vita”.
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