Utilizzando droni e apparecchiature acustiche, centinaia di volontari da tutto il mondo prenderanno parte alla ricerca più grande degli ultimi 50 anni
Sono passati 90 anni da quando Aldie Mackay, manager dell’hotel Drumnadrochit, una sera fece irruzione nel bar per dire agli sbalorditi clienti che aveva appena assistito a una “bestia d’acqua” a Loch Ness.
È stato questo avvistamento, poi riportato dall’Inverness Courier, che ha dato inizio alla moderna creazione del mito attorno a un mostro sfuggente sopravvissuto nelle profondità del lago delle Highland, e il prossimo fine settimana centinaia di appassionati di Nessie dovrebbero prendere parte alla più grande caccia organizzata per la misteriosa creatura da 50 anni a questa parte.
Organizzato dal rinnovato Centro di Loch Ness, volontari da tutto il mondo parteciperanno di persona e online a quello che si ritiene sia la più grande ricerca degli ultimi 50 anni, con l’obiettivo di trovate interruzioni nell’acqua ed eventuali movimenti inspiegabili per un periodo di due giorni.
Tra bufale e testimonianze di presunti testimoni oculari, le teorie avanzate negli anni si sprecano. Si è parlato di un plesiosauro, un rettile marino preistorico, di anguille giganti o persino di elefanti da circo che nuotavano nel lago. Ora, questa ricerca, promette di dare una risposta definitiva alla leggenda che circonda questo fantastico lago.
In collaborazione con il gruppo di ricerca volontario Loch Ness Exploration, la caccia arruolerà apparecchiature di rilevamento che non sono mai state utilizzate prima su Loch Ness, inclusi droni per produrre immagini termiche dell’acqua dall’aria utilizzando telecamere a infrarossi, nonché un idrofono per rilevare segnali acustici sotto la superficie.
Il Loch Ness Center, recentemente rinnovato, si trova nel vecchio hotel Drumnadrochit, dove lavorava Aldie Mackay.
Nel corso degli anni, scienziati e appassionati dilettanti hanno cercato di trovare prove di un grosso pesce come uno storione che vive nel lago profondo 230 metri, o anche di un rettile marino preistorico come un plesiosauro, ma senza successo.
Alan McKenna, di Loch Ness Exploration, che ogni mattina informerà i volontari in diretta dal Loch Ness Center su cosa cercare e come registrare i risultati, ha dichiarato: “È sempre stato il nostro obiettivo registrare, studiare e analizzare tutti i tipi di comportamenti e fenomeni che possono essere più difficili da spiegare. La nostra speranza è di ispirare una nuova generazione di appassionati di Loch Ness e unendoti a questa ricerca su larga scala, avrai una reale opportunità di contribuire personalmente a questo affascinante mistero che ha affascinato così tante persone da tutto il mondo”.
Insomma, se esiste un “mostro”, è arrivata l’ora per scoprirlo. Questo lago stretto e lungo 37 chilometri gode di una fama smisurata grazie alle leggende legate a Nessie, il mostro delle acque che da decenni alimenta la fantasia di scrittori, turisti e appassionati di misteri. Il mito del lucertolone degli abissi è stato incrementato sicuramente dal business del turismo, ma se le ricerche porteranno a un nulla di fatto niente paura, il turismo, probabilmente, non diminuirà, infatti, è del tutto probabile che la leggenda resisterà ancora a lungo e continuerà ad attrarre turisti e amanti di questa leggenda da tutte le parti del mondo.
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