Ma Rìo Rico è in Messico o negli Stati Uniti? È una domanda legittima, visto che la sua posizione di confine ha portato nel 1967 i suoi abitanti a diventare improvvisamente americani. Vediamo come mai.
La storia è piena di storture e curiosità geografiche. Di confini spostati, disegnati a tavolino, di città rimaste isolate in un Paese diverso da loro e così via. Esempi nitidi della fragilità dei confini e della loro complessità. Se vi dicessimo, per esempio, che c’è chi è andato a letto da cittadino messicano e si è svegliato con il passaporto a stelle e strisce? La storia di Rìo Rico è di quelle curiose, impossibili da non conoscere.
Ma siamo in Messico o negli Stati Uniti?
Procediamo con ordine e capiamo di cosa stiamo parlando. Il confine tra Messico e Stati Uniti è uno dei più sorvegliati del mondo, per via dell’immigrazione clandestina. Proprio nella zona di confine si trova Rìo Rico, un piccolissimo paese di qualche centinaio di abitanti nello stato di Tamaulipas, nel nordest del Messico. Sorge sulle sponde del Rio Grande, il fiume che fin dall’Ottocento segna per circa seicento chilometri il confine tra i due Stati. Rìo Rico esiste, di fatto, dagli anni ’20 del Novecento ed è sempre stato considerato un villaggio messicano. Si parla lo spagnolo, si utilizzano i pesos. Certo, qualche americano in paese si è visto, soprattutto durante gli anni del proibizionismo, ma la popolazione non è mai cresciuta e tutto è rimasto abbastanza lineare, almeno fino al 1967.
Un professore universitario e il corso del fiume deviato
Fu in quell’anno, infatti, che il professor James Hill Junior, docente di Geografia all’Università dell’Arizona, notò che in origine Rìo Rico si trovava sulla sponda nord del fiume, quindi in territorio degli Stati Uniti. Solo in seguito si “spostò” in territorio messicano. Com’è possibile? Con l’intervento dell’uomo, chiaramente. Nello specifico, della Land and Irrigation Company. Questa azienda, infatti, deviò il corso del fiume, costruendo un canale artificiale proprio nel territorio di Rìo Rico, che a quel punto si trovò sulla sponda sud del Rìo Grande e, quindi, in Messico. A quel punto, la Land and Irrigation Company venne portata in tribunale e condannata per aver deviato il fiume, mentre una specifica commissione texana formalizzò il passaggio di quella porzione di terra al Messico. Rìo Rico, quindi, restò messicana, pur essendo stata nel passato statunitense.
Tutto finito? Nemmeno per scherzo. Perché restava ancora da stabilire di che nazionalità fossero i residenti del piccolo paese. Qualche anno dopo, nel 1972, uno dei residenti Homero Cantú Treviño, si oppose alla decisione dell’ufficio immigrazione americano di deportarlo dal Texas al Messico. Nel 1976 i giudici, considerando il taglio del fiume illegale, gli diedero ragione e così, insieme a lui anche tutti gli abitanti di Río Rico nati fra il 1906 ed il 1972 divennero cittadini americani.
Si concluse così una storia incredibile, a ulteriore dimostrazione, come dicevamo all’inizio, della complessità dei confini e della loro difficoltà di individuazione e di gestione. Quello di Rìo Rico, infatti, non è un’eccezione, ma un esempio concreto di ciò che può accadere, soprattutto con confine fisici.