I possessori di partite iva con regime forfettario devono fare molta attenzione poiché sono a rischio di una sanzione piuttosto pesante. Ecco quale.
In generale i professionisti detentori di partite iva devono sempre avere un occhio di riguardo in più quando si parla di dichiarazione dei redditi. Ecco cosa sta accadendo in questo momento.
Non è semplice seguire tutti i mutamenti legislativi riguardanti le partite iva e talvolta si è comprensibilmente spiazzati. Ma qual è la grossa sanzione pendente sui lavoratori? Ecco tutti i dettagli su quanto sta accadendo e cosa si dovrebbe fare per rimediare.
Partite Iva: come destreggiarsi tra integrazioni e scadenze
Ci sono persone che tremano a ogni novità riguardante la loro situazione fiscale e sudano freddo pensando di dover vedere uscire dal magro portafoglio altri quattrini. Ma prima di farsi cogliere per l’ennesima volta dall’ansia bisognerebbe fermarsi un momento e leggere per bene gli ultimi aggiornamenti.
I detentori di partite iva con regime forfettario che avessero fatto degli errori per quanto riguarda la compilazione del quadro Rs della dichiarazione dei redditi dello scorso anno si stanno domandando con un po’ di inquietudine a quanto ammonterebbe la possibile sanzione da pagare. Giusto per fare un esempio nel famigerato quadro RS bisogna indicare le spese sostenute per comprare il carburante, ma ci sono anche eventuali servizi telefonici e i consumi di energia elettrica.
In merito alle compliance ricevute da costoro e da quanto emerso dagli appositi uffici territoriali ci sarebbero due strade da percorrere. Una è quella con il limite del 2 ottobre che prevede un’integrazione e un’ammenda di 13.90 Euro. Si tratterebbe dunque di un ravvedimento operoso speciale.
Nel caso in cui questa data venisse mancata allora si passerebbe a un ravvedimento ordinario. A quel punto, precisamente dal 3 ottobre, la sanzione lieviterebbe a 31,25 Euro. Ai commercialisti però tutto questo non è piaciuto. Infatti secondo la loro opinione l’aggiunta di questi dati, già detenuti da quel tipo di amministrazione, non porterebbe a cambiamenti sull’imponibile e le imposte sul professionista.
A fronte delle polemiche sorte il problema è arrivato fino al viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, che ha deciso di far slittare la scadenza dell’obbligo della compilazione del quadro Rs al 30 novembre 2024. Il lavoratore che ricevesse la lettera dell’Agenzia delle Entrate ma pensasse di essere in regola potrebbe non ritenerla valida.
Chi invece la ritenesse giusta potrebbe sempre ricorrere al ravvedimento operoso o a quello speciale. Qualcuno certamente tirerà un sospiro di sollievo.