Con la legge di Bilancio 2024, il Governo Meloni ha introdotto importanti novità riguardo alle pensioni. Vediamole tutte.
Il 2024 si aprirà con tante novità per i pensionati e per chi è prossimo alla pensione. In questo articolo vi spieghiamo cosa cambierà il prossimo anno.
Una riforma strutturale delle pensioni non è ancora possibile perché le risorse a disposizione non lo consentono. Per la manovra di Bilancio 2024, il Governo di Giorgia Meloni, infatti, dispone solo di 25 miliardi di euro. Troppo pochi per fare tutto, come ha più volte ribadito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tuttavia qualcosa si farà e ci saranno cambiamenti importanti sia per chi è già in pensione sia per chi è prossimo all’uscita dal lavoro.
Pensioni: tutte le novità del 2024
L’Esecutivo non può ancora superare in modo definitivo la legge Fornero anche se questo resta uno dei principali obiettivi di legislatura del Governo. Nonostante le poche risorse economiche a disposizione, il 2024 si aprirà con grandi cambiamenti in materia previdenziale.
La prima novità sarà l’aumento del taglio del cuneo fiscale anche per i pensionati e non solo per i lavoratori dipendenti. Questo comporterà pensioni più ricche. Tuttavia, altra faccia della medaglia, aumenterà anche l’imponibile Irpef e, dunque, il rischio è di dover poi pagare tasse più alte.
Un’altra novità importante sarà l’indicizzazione al 100% delle pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo e del 90% delle pensioni tra quattro e cinque volte il trattamento minimo. Nel 2024 la rivalutazione dovrebbe assestarsi al 5,7% secondo le prime informazioni. Prevista una nuova rivalutazione anche per le pensioni minime che, per chi ha almeno 75 anni, dovrebbero salire ben oltre i 600 euro mensili dal prossimo anno.
Ma le novità non finiscono qui: cambiamenti salienti anche per Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Quota 103 cederà il posto a Quota 104: gli anni di contributi per accedere alla pensione resteranno 41 ma l’età pensionabile salirà da 62 anni a 63. Verrà però abolito il limite dell’assegno previdenziale che con Quota 103 non poteva superare il quintuplo del trattamento minimo dell’Inps.
Ape sociale e Opzione donna confluiranno in un’unica misura di prepensionamento che prevederà l’uscita dal lavoro a 63 anni con 36 anni di contributi per gli uomini e 35 per le donne. La misura continuerà, comunque, a rivolgersi solo a categorie specifiche: caregiver, disabili con invalidità pari o superiore al 74%, disoccupati, addetti a mansioni usuranti.
Infine, dal 2024, potrebbe venire abolito un requisito importante previsto dalla legge Fornero. Attualmente, per poter accedere alla pensione di vecchiaia, è necessario avere 67 anni, 20 anni almeno di contributi e aver maturato un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale. Il Governo Meloni sta lavorando per abolire quest’ultimo punto in modo da non penalizzare che, avendo uno stipendio basso e pochi contributi, non riesce a raggiungere la soglia minima per andare in pensione anche se ha già 67 anni.