Pensioni: confermato il Bonus Maroni, ma conviene davvero? Cosa sapere

Confermato anche per il 2024 il Bonus Maroni. Vediamo in cosa consiste e, soprattutto, scopriamo se veramente conviene.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che, anche il prossimo anno, chi rinuncerà alla pensione anticipata potrà fruire del bonus Maroni. Ma è davvero conveniente? Scopriamo cosa dicono gli esperti.

Il 2024 sarà un anno di grandi novità sul fronte delle pensioni. Nonostante la legge Fornero non sia ancora stata superata per mancanza di adeguate risorse economiche, il Governo di Giorgia Meloni ha apportato cambiamenti importanti al mondo della previdenza sociale.

Misure di prepensionamento che eravamo certi sarebbero state riconfermate, sono state cancellate all’ultimo per fare spazio ad altre opzioni che, in alcuni casi, saranno più vantaggiose. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che anche per il 2024 sarà confermato il bonus Maroni: un aumento in busta paga per chi non andrà in pensione prima. Tuttavia non sempre questa misura si rivelerà vantaggiosa.

Bonus Maroni: ecco quando non conviene

Nel 2024 ritroveremo il bonus Maroni, cioè un aumento in busta paga destinato a chi, pur avendo i requisiti, rinuncerà alla pensione anticipata. Ma è davvero conveniente? Secondo gli esperti di economia il bonus Maroni non è vantaggioso per tutti.

Come funziona il bonus Maroni
Ecco a chi non conviene il bonus Maroni/ Spraynews.it

Il bonus Maroni quest’anno era destinato a chi, pur avendo i requisiti per accedere alla pensione anticipata con Quota 103, decideva di restare a lavorare fino all’età della pensione di vecchiaia, cioè fino a 67 anni. A partire dal 2024, Quota 103 non esisterà più: al suo posto subentrerà Quota 104. Con questa nuova misura gli anni di contributi restano 41 ma l’età pensionabile si alza di un anno e passa da 62 anni a 63.

Pertanto chi nel 2024, pur avendo 63 anni e 41 anni di contributi, deciderà di non andare in pensione con Quota 104 ma di restare a lavorare fino a 67 anni, verrà premiato con il bonus Maroni. Ma in cosa consiste esattamente questo beneficio? In pratica al lavoratore dipendente ogni mese in busta paga viene accreditato il 9,19% in più. Questa percentuale è la quota contributiva che un dipendente versa ogni mese all’Inps per la pensione.

È conveniente il bonus Maroni? Per chi ha un stipendio sopra i 35.000 euro lordi l’anno può essere conveniente, per gli altri no. Infatti, tenendo conto dell’aumento del taglio del cuneo fiscale, il 9,19% scenderebbe al 2,19% per gli stipendi fino a 25.000 euro l’anno e al 3,19% per gli stipendi fino a 35.000 euro l’anno. Dunque poche decine di euro in più al mese.

Non solo: il bonus Maroni è vero che fa arricchire la busta paga ma aumenta anche l’imponibile Irpef. Di conseguenza un lavoratore dovrà pagare più imposte sul reddito.  Infine quel 9,19% che il lavoratore non versa all’Inps ogni mese, non verrà versato da nessuno. Di conseguenza, raggiunti i 67 anni, una persona si troverà ad avere una pensione più bassa di quella che gli sarebbe spettata senza il bonus Maroni.

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