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Perché il Negroni si chiama così? No, non è per quello che pensate! Ecco il motivo

Ogni preparazione svela curiosità e dettagli, ma la storia del Negroni è la più affascinante per gli appassionati di mixology

L’etimologia del termine “cocktail” presenta un’incertezza affascinante, con alcune teorie che suggeriscono la derivazione da “cock tail”, cioè “coda di gallo”, in riferimento a una bevanda inglese colorata del XV secolo. Tuttavia, la parola compare per la prima volta scritta nel 1806, segnando l’inizio di una crescente popolarità per queste miscele di liquori. Un punto di svolta significativo nella storia dei cocktail si è verificato durante il Proibizionismo americano degli anni ’20 e ’30, quando il consumo di alcol avveniva clandestinamente nei cosiddetti “speakeasies”. In questo contesto, i baristi iniziarono a sperimentare con varie combinazioni di ingredienti, dando vita a nuove e innovative ricette.

I cocktail più longevi e iconici

L’AMERICANO: L’Americano ha radici che risalgono al XIX secolo, e il suo nome attuale è legato a un episodio coinvolgente. La storia dietro il soprannome “Americano” risale agli anni ’30, quando il pugile italiano Primo Carnera, reduce da una vittoria negli Stati Uniti, chiese questo cocktail. Il suo legame con l’America contribuì a battezzare il drink con il suo nome, riconoscendone la popolarità crescente.

IL MOJITO: Si tratta di un cocktail di origine cubana, preparato in Europa con la mente ma nella sua terra d’origine con la “hierba buena” e ha radici che si perdono nei secoli. Come coktail è diventato famoso grazie alla sua associazione con il celebre scrittore Ernest Hemingway, che amava sorseggiarlo a L’Avana. Il Mojito è conosciuto per la sua freschezza, grazie alla combinazione di lime, menta, zucchero, rum e soda.Esso era già noto tra i marinai nel XVII secolo, che lo utilizzavano come rimedio contro lo scorbuto. Le origini del nome sono dibattute e potrebbero derivare dallo spagnolo “mojadito” o dalla parola “mojo” usata nella cucina cubana.

Immagine | unsplash @maemu – spraynews.it

IL CUBA LIBRE: Ha legami con la guerra ispano-americana nei primi del ‘900, quando un militare americano chiese al barman dell’American Bar a L’Avana di mescolare Coca Cola americana e rum cubano. Il brindisi “Per Cuba libera!” catturò l’essenza del periodo, dando al cocktail il suo nome distintivo.

IL COSMOPOLITAN: Cocktail moderno che ha guadagnato popolarità negli anni ’90, soprattutto grazie alla popolare serie televisiva “Sex and the City”. La sua origine è dibattuta, ma è generalmente accettato che sia stato creato a New York. La ricetta classica comprende vodka, triple sec, succo di lime e succo di mirtillo rosso. Il Cosmopolitan è noto per il suo colore rosa vibrante e il suo sapore rinfrescante e leggermente acidulo.

IL WHITE RUSSIAN: Il White Russian è un cocktail cremoso e avvolgente che ha radici negli anni ’60 e ’70. La sua composizione base include vodka, liquore al caffè e crema. La combinazione di ingredienti crea un cocktail con un aspetto simile a un caffè latte, ma con una potenza alcolica distintiva. Il White Russian è diventato famoso grazie al film “Il Grande Lebowski”, in cui il personaggio principale, interpretato da Jeff Bridges, lo sceglie come la sua bevanda preferita, spesso sorseggiandolo con nonchalance durante le sue avventure.

LO SPRITZ: italianissimo, è un tipico aperitivo veneto, ha origini legate all’Impero austro-ungarico. Militari, diplomatici e lavoratori austriaci che si trovavano in Veneto nell’800 richiedevano che i vini locali fossero diluiti con acqua frizzante. Il termine “spritzen” tedesco, che significa “spruzzare”, è alla base del nome, riflettendo l’intenzione di diluire l’alcol.

IL BELLINI: Questo è un cocktail classico italiano nato a Venezia. Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar, un’iconica istituzione veneziana, lo creò per la prima volta nel 1949. L’ispirazione per il nome e il colore del cocktail venne dalla tonalità rosa di un dipinto di Giovanni Bellini. Il Bellini è diventato un simbolo dell’eleganza e della dolcezza veneziana, ed è spesso associato a occasioni speciali.

LA CAIPIRINHA: La Caipirinha è il cocktail nazionale del Brasile, noto per il suo sapore rinfrescante e il suo legame con la cultura brasiliana. Originaria delle zone rurali del paese, la Caipirinha è stata a lungo considerata una bevanda tradizionale, preparata con cachaça, lime, zucchero e ghiaccio. Il suo nome, derivato da “caipira”, riflette l’associazione con la vita contadina brasiliana.

Il mitico Negroni

Il Negroni è una delle icone dei cocktail italiani, celebrato per la sua semplicità e il bilanciamento armonioso tra sapori forti e amari. Il Negroni nasce nel 1919 al Caffè Casoni di Firenze, un locale frequentato dalla borghesia fiorentina dell’epoca e grazie alla creatività del Conte Camillo Negroni, che, desideroso di una variazione al suo solito Americano, un cocktail composto da vermouth, bitter e soda, chiese al barista di sostituire la soda con gin. Questa richiesta, apparentemente semplice, diede vita a un nuovo e avvincente sapore. Altri avventori, incuriositi dalla creazione del Conte, iniziarono a richiedere lo stesso cocktail, che non tardò a conquistare i palati dell’alta società fiorentina. La sua popolarità crebbe a tal punto che venne incluso nel menu del Caffè Casoni con il nome “Negroni”. Da allora, la sua fama si diffuse oltre i confini italiani. Questo cambio diede vita al Negroni, un cocktail che ha guadagnato popolarità nel tempo e continua a essere una scelta amata.

Immagine | unsplash @marvinmeyer – spraynews.it

La scelta del nome “Negroni” non fu casuale. Il cocktail fu battezzato in onore del suo creatore, uomo d’alta società dall’eleganza inconfondibile, poiché questa denominazione aggiungeva un tocco di nobiltà e distinzione a questa creazione unica.

Oggi, il Negroni è molto più di un classico vintage; è diventato un’icona moderna della mixology. Bartender di tutto il mondo creano variazioni personalizzate, introducendo nuovi ingredienti e reinterpretando questa gemma cocktailiana per soddisfare i gusti contemporanei.

Gli ingredienti del Negroni

La semplicità del Negroni è uno dei suoi punti di forza. Composto da tre ingredienti principali in parti uguali, ogni componente svolge un ruolo chiave:

Gin: Aggiunge robustezza e carattere alcolico.
Vermouth Dolce: Offre una dolcezza equilibrata e complessità aromatica.
Campari: Contribuisce con l’amarezza distintiva e il colore rosso intenso.

Come preparare un Negroni

La preparazione di un Negroni è rapida e semplice:

Riempire un bicchiere con cubetti di ghiaccio.
Aggiungere parti uguali di gin, vermouth dolce e Campari.
Mescolare delicatamente.
Guarnire con una fetta d’arancia o una buccia d’arancia per un tocco aromatico.

Varianti del Negroni

Negroni Sbagliato: Sostituisce il gin con vino bianco frizzante o prosecco, creando una versione più leggera e frizzante.
Americano: Il predecessore del Negroni, caratterizzato da Campari, vermouth e una spruzzata di soda.
Boulevardier: Utilizza whisky al posto del gin, offrendo un profilo aromatico diverso.
Negroni Bianco: Una versione più leggera che impiega gin, Lillet Blanc e liquore Suze.

Il Negroni è un’icona senza tempo, amato per la sua storia intrigante e la versatilità. Con la sua elegante semplicità, questo cocktail rappresenta un elemento imprescindibile dell’aperitivo italiano. Sperimenta le varianti o goditi il classico Negroni per un’esperienza autenticamente.

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Alessia Manoli

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