Il modo di dire per indicare il declino di una serie tv è nato proprio dall’episodio di una sit-com. Scopriamo quale e perché
Esistono serie tv che tengono incollati gli spettatori dal primo episodio all’ultimo, quello che esce a distanza di anni dall’inizio delle avventure dei protagonisti, passando in mezzo per mille stagioni. Esistono anche serie, però, che non riescono nell’intento, e a un certo punto danno l’impressione ai fan che non ci sia più niente da raccontare nei nuovi episodi, o che questi siano una vaga ripetizione piena di spoiler di ciò che è già successo.
In gergo, in questi casi, si dice che una serie abbia fatto il “salto dello squalo”. Ossia, il momento in cui un progetto del piccolo schermo molla la qualità e decide di andare avanti soltanto per sfruttare il marchio ha un nome preciso, e si chiama proprio “salto dello squalo”.
Ma da cosa deriva questo modo di dire? Esatto, proprio da una serie!
Lo squalo di Fonzie di Happy Days
E che serie, una delle madri di molti progetti successivi: parliamo di Happy Days. In una puntata della sit-com ambientata negli anni ’50 è proprio il frontman Fonzie, interpretato da Henry Winkler, a saltare effettivamente uno squalo facendo sci nautico.
Questa scelta da parte degli sceneggiatori della serie non fu ben accolta dai fan, perché pensarono che, tra le moto da aggiustare del protagonista e il bar di Arnold, non sapessero più che cosa far combinare all’allegra compagnia, e quindi hanno deciso di far andare Fonzie al mare.
Così egli va sugli sci d’acqua e a un certo punto salta lo squalo (“Fonzie jumps the shark” è il titolo di coda finale dell’episodio in cui accade). Una scena esagerata che fa pensare: anche troppo, basta così! Si potevano fermare un attimo prima, perché era evidente che le idee erano finite.
Questo, nei progetti di media e lunga durata, succede spesso, e non solo con le serie. Si può parlare di “salto dello squalo” anche per quanto riguarda i film, quando di una saga si arriva a capitoli meno interessanti e succosi dei primi.
Cosa succede nel momento del “salto dello squalo” in una serie
Per “saltare lo squalo” è necessario che qualcosa cambi in modo così drastico da essere praticamente irriconoscibile da ciò che era prima. In televisione e al cinema, questo può significare andare contro le regole consolidate del canone presentato sino a quel momento, o introdurre un momento così assurdo da distinguersi completamente dal resto.
Sebbene il regista Steven Spielberg abbia difeso il momento dell'”esplosione del frigorifero” in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, molti lo hanno considerato come il momento in cui la saga si è spinto troppo oltre e ha “saltato lo squalo”.
Altri salti degli squali
Anche se il cambiamento non è sempre un declino definitivo della qualità, il termine è stato ampliato per indicare il momento esatto in cui qualcosa ha smesso di essere buono come prima.
Quando le star David Duchovny e Gillian Anderson si sono fatte da parte in The X-Files, si è pensato che la nona stagione avesse “saltato lo squalo”, anche se la serie era già in declino.
Allo stesso modo, la resurrezione di Buffy in Buffy l’Ammazzavampiri, stagione sesta, episodio primo, “Contrattazione”, ha visto la serie “saltare lo squalo”, anche se alcuni dei migliori episodi di Buffy l’Ammazzavampiri sono venuti dopo la prima della sesta stagione.