Gli archeologi hanno compiuto una nuova scoperta a Pompei: un altro drammatico dettaglio sulle vittime, che ha lascito tutti senza parole.
A Pompei si trova uno degli scavi archeologici più grandi e prestigiosi del mondo, il quale conserva l’antica città romana fondata nel lontano IX secolo a.C. e sepolta dalle ceneri del vulcano nel 79 d.C. I resti di questa meravigliosa città furono ritrovati per la prima volta nel 1748, e da quel momento gli scavi e le ricerche sono proseguite ininterrottamente fino ad oggi. Attualmente il sito, che è diventato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1997, è il secondo monumento più visitato in Italia dopo il Parco Archeologico del Colosseo.
Nell’epoca romana la bellissima Pompei era considerata la città perfetta per trascorrere le vacanze, infatti molti senatori romani si spartirono alcune zone del centro urbano, soprattutto perché erano attirati dal clima mite e dalle terre fertili.
La nuova drammatica scoperta a Pompei
Una recente ricerca eseguita sui calchi di gesso e sulle ossa di alcune vittime, i cui resti sono stati ritrovati durante gli scavi, dimostra cosa affrontarono questi antichi romani poco prima di morire. In modo particolare, i ricercatori hanno scoperto che questi esseri umani morirono asfissiati, anziché bruciati vivi dalla colata piroclastica del Vesuvio. Lo studio, pubblicato su PLOS One, si è concentrato soprattutto sui calchi di gesso di 7 vittime, morte a causa dell’eruzione vulcanica del 79, le quali sarebbero decedute per asfissia mentre cercavano di scappare. Chiaramente, questa è la causa di morte di questi 7 antichi pompeiani, ma il vulcano uccise tantissime altre persone in modo diverso.
Inoltre, gli esperti hanno eseguito un’analisi chimica su questi calchi di gesso, attraverso un macchinario analizzatore a fluorescenza a raggi X, con l’obiettivo di comprendere l’età biologica e il sesso delle vittime. E non solo: grazie a questo studio hanno anche constatato che i calchi di gesso potrebbero aver influenzato la composizione chimica delle ossa.
In più, osservando attentamente le posizioni dei corpi ritrovati, si intuisce che durante i loro ultimi attimi di vita stessero correndo, presumibilmente per scappare dal terribile evento naturale catastrofico. Anzi, alcuni di loro avevano persino un bastone per riuscire a correre più velocemente, poiché la città si stava ricoprendo di pietra pomice.
Tuttavia, una precedente ricerca fatta nel 2011 è stata in grado di stimare la temperatura della colata piroclastica, la quale avrebbe raggiunto i 500 °C. Naturalmente, una temperatura del genere uccise molti abitanti di Pompei in mezzo secondo. Infatti, sono stati ritrovati anche 100 scheletri con delle calotte craniche esplose dal forte calore.