Sapete che secoli fa il mare e le spiagge erano sinonimo di grande terrore? Ecco quando e perché è cominciata la moda delle vacanze estive
L’estate è la stagione più calda dell’anno solare, ragion per cui di solito nei mesi di giugno, luglio ed agosto aumenta notevolmente la voglia di recarsi altrove. Ormai fa strano il contrario, ossia scegliere di rimanere a casa magari durante i giorni di ferie. Non a caso, parecchie persone prenotano viaggi anche abbastanza costosi nelle località balneari, sia in Italia che all’estero.
Le spiagge rappresentano dei luoghi dove è possibile divertirsi insieme ad altre persone, prendere il sole per scurire la pelle e ogni tanto tuffarsi in acqua, rendendosi protagonisti di un bagno rinfrescante. Come si può rinunciare a tutto questo? Davvero complicato, specialmente nell’era dei social. Spesso, infatti, vengono pubblicate delle immagine al mare, in costume o pantaloncini più maglietta.
Siamo di fronte alla normalità più assoluta, che per forza di cose è diventata quasi banale. Eppure un tempo non era così, anzi. Le spiagge, secoli fa, generavano grande terrore, tant’è che venivano evitate il più possibile. Questo perché lì le navi naufragavano di frequente, in più si trattava di una natura selvaggia e apparentemente indomabile.
Ecco quando scoppiò la moda del turismo balneare in Italia
Fin dalla Bibbia, il mare era un qualcosa di profondamente misterioso e distruttivo, un abisso senza fine. I poeti latini, come Orazio, Seneca e Ovidio, detestavano sia il mare che la spiaggia. Si pensava che fossero dei veri e propri luoghi maledetti, ricchi di insidie e morte. Lo scenario cambiò drasticamente soltanto nel ‘600, dapprima grazie alla poesia francese.
Nel secolo successivo, inoltre, i medici inglesi si convinsero che il bagno nell’acqua di mare fosse in grado di portare importanti benefici, soprattutto dal punto di vista psicologico. E fu così che gli aristocratici iniziarono ad andare in vacanza al mare. Ma il grande successo ottenuto dalle località balneari lo determinò la classe borghese inglese.
Oggi, tra l’altro, si utilizza regolarmente il costume, però prima della seconda guerra mondiale ci si copriva molto di più. Addirittura in Gran Bretagna si vestivano di tutto punto nel ‘700 e ‘800. Proprio in Inghilterra, dunque, nacque il fenomeno culturale e sociale delle vacanze al mare.
Il che di certo è un paradosso, dato che sul territorio anglosassone il sole non batte forte e a lungo come sui paesi del Mediterraneo. E in Italia? Il boom italiano del turismo balneare avvenne negli anni ’60, primo decennio in cui milioni di persone partivano verso le località di mare nel corso del mese di agosto.
Per chi non lo sapesse, il primo stabilimento italiano fu costruito nel 1827, in quel di Viareggio (Toscana). Insomma, la storia insegna sempre a non dare niente per scontato, perché ciò che adesso ci sembra assolutamente innocuo, oltre che fonte di puro divertimento, in passato poteva essere visto in maniera ben differente.