Quanti anni di stipendio servono per comprare una casa in Italia?

Acquistare casa non è mai semplice, specie per un giovane: quanti stipendi medi servono per comprare un immobile in Italia?

La situazione economica in Italia non è delle più rosee, specialmente per la generazione degli anni ’80 e ’90, alle prese con crisi economiche infinite, carenza di lavoro, contratti precari e stipendi miseri. Se l’inflazione, nel corso degli anni, ha fatto aumentare il costo della vita, la crisi economica e le guerre stanno dando la mazzata finale.

In tutto ciò, l’Italia è l’unico, e sottolineiamo Unico, paese in Europa a non aver avuto un aumento di stipendi dal 1991, anzi, lo stipendio medio italiano si è anche ridotto di una piccola percentuale. Significa che il potere di acquisto, in Italia, è calato nettamente negli ultimi 30 anni, e da questo punto di vista siamo gli ultimi in tutta Europa. Una situazione drammatica.

Stipendi media tra i più bassi d’Europa, costo della vita tra i più alti: gli stipendi per comprare casa in Italia

Chiavi di casa nuova
Chiavi di casa nuova (Spraynews.it)

Avere una casa è un’esigenza primaria, è lo scopo della vita di quasi ogni essere umano. La casa è il luogo dove trovare equilibrio, stabilità, e costruire una quotidianità e un percorso che poteranno alla vecchiaia. Tuttavia, acquistare un immobile in Italia è diventato sempre più difficile. I giovani hanno contratti precari, stipendi da fame e non possono dare sicurezze.

Spesso, per l’acquisto di un’abitazione, e quindi per l’accensione di un mutuo, la banca chiede garanzie specifiche, come la casa dei genitori, il denaro messo da parte dei genitori e tanti altri documenti che fanno impazzire. Acquistare casa con le proprie forze, per un giovane comune, è quasi impossibile. La ricerca condotta da Creditnews parla chiaramente.

La società di consulenza americana mette in luce questo drammatico intoppo, ossia il calo del potere di acquisto di tutte le famiglie nel mondo, analizzando paese per paese. Se un tempo si potevano acquistare case di grandi metrature a prezzi ragionevoli, e gli stipendi erano rapportati al costo della vita, oggi è tutto completamente diverso.

I problemi per comprare una piccola abitazione: Italia a metà classifica

Oggi le case, per esigenze di spazi, dato l’aumento di popolazione, e per esigenze di costi, dato il prezzo dei materiali, sono sempre più piccole. La metratura media rilevata da Creditnews è di 60 mq. 60 mq di casa, il suo costo in ogni paese dell’OCSE e lo stipendio medio dei cittadini, sono stati i temi dell’indagine. Che cosa è emerso?

Emerge che ci sono paesi in cui le case costano di più rispetto all’Italia, ma è anche vero che gli stipendi medi sono più elevati. In classifica, l’Italia si piazza al nono posto per potere di acquisto, dunque non malissimo, dove in media servono 5 anni di stipendi (ovviamente puliti, senza spendere un centesimo), che equivalgono a circa 41,3 mila euro di reddito annuo, per acquistare 60 metri quadrati di casa.

Il quadro reale è diverso dalle stime

Naturalmente, si tratta di una stima che non equivale alla reale situazione del paese, perché la situazione cambia drasticamente in città come Roma e Milano, dove le case costano il doppio o il triplo rispetto ad altre città. Ma il panorama varia anche in base al tipo di lavoro e agli stipendi tra nord e sud.

Tra l’altro, l’indagine prende in considerazione gli stipendi medi dell’intera popolazione italiana. Ciò non è un dato attendibile per un semplice motivo: le persone di una certa età guadagnano uno stipendio medio molto più alto rispetto alle fasce più giovani. Se il reddito medio italiano è di 41,3 mila euro l’anno, è grazie agli over 50 e 60, i quali percepiscono stipendi dignitosi.

Se guardiamo le fasce dei 40enni, 30enni e 20enni, gli stipendi medi si abbassano notevolmente, con una media che, se va bene, arriva alla metà. Ecco, per un 30enne di oggi, che poi è quello che maggiormente cerca di acquistare una casa, ci vogliono anche 8/10 anni di stipendi, quindi circa il doppio rispetto a quelli evidenziati dall’indagine.

Gestione cookie