Quanto guadagna Vittorio Sgarbi: lo stipendio del critico d’arte
Quanto guadagna Vittorio Sgarbi? Diamo uno sguardo ai compensi del celebre critico d’arte italiano che oltre alle cariche politiche, ricopre altri ruoli di prestigio e di primo piano nel nostro paese.
Vittorio Sgarbi, celebre critico d’arte e figura pubblica di spicco in Italia, si distingue non solo per le sue apparizioni mediatiche e il suo coinvolgimento nel mondo dell’arte, ma anche per una carriera politica caratterizzata da una sorprendente varietà di incarichi pubblici.
Recentemente nominato sottosegretario alla Cultura nel governo Meloni, Vittorio Sgarbi è al centro di polemiche per le sue controversie apparizioni in pubblico. Tuttavia, concentrarsi solo su questo aspetto oscura le sue competenze politiche, evidenti soprattutto nella sua abilità straordinaria nel collezionare incarichi e stipendi.
Nel 2019, Sgarbi ha dichiarato un reddito di 475.653 euro, provenienti da diverse fonti, tra cui la sua posizione come deputato di Forza Italia. Anche se ha perso il suo seggio parlamentare nel 2022, è stato rapidamente inserito nel governo come sottosegretario alla Cultura, con uno stipendio superiore ai 130.000 euro lordi all’anno.
Tale incarico è entrato in conflitto con la sua elezione a consigliere regionale della Lombardia, che garantisce uno stipendio mensile tra i 10 e i 13 mila euro lordi. Nonostante queste incompatibilità, Sgarbi mantiene saldamente le sue posizioni come assessore alla bellezza di Viterbo e sindaco di Arpino, guadagnando rispettivamente 4.806 e 2.790 euro al mese.
Vittorio Sgarbi: le accuse verso i suoi 50 incarichi pubblici
Le sue responsabilità pubbliche non si fermano qui. Sgarbi riveste ruoli chiave in organizzazioni come la Fondazione Canova, il Museo dell’Alto Garda (MAG), e ricopre incarichi di rilievo come Commissario alle Belle Arti di Codogno, presidente della Fondazione Ferrara Arte e Presidente del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART).
Nonostante le accuse di disimpegno sistematico da parte dei cittadini, Sgarbi continua a perseguire la sua strada, vantando ben 50 incarichi pubblici accumulati nel corso della sua carriera politica. Questo atteggiamento ha suscitato critiche, con molti che rimproverano la preferenza per la quantità rispetto alla qualità, un elogio che Sgarbi sembra accogliere senza esitazione.
Il percorso politico di Sgarbi ha avuto inizio nel 1975 con l’adesione alla Federazione giovanile de L’Unione Monarchica Italiana. Da allora, ha attraversato una serie di cambiamenti di partito, diventando sindaco di San Severino Marche nel 1992. Dopo una breve parentesi nel Partito Liberale e una rissa memorabile con Umberto Bossi nel 1994, ha fondato il movimento I Liberal-Sgarbi, caratterizzato da continui cambi di casacca e alleanze politiche.
In un’intervista, Sgarbi ha dichiarato che le incompatibilità sono solo un pretesto per lavorare poco, una visione che contrasta con le critiche di coloro che denunciano il suo presunto disimpegno dai ruoli locali. Con il suo stile politico unico, fatto di trasformismo e compromessi, Sgarbi incarna un approccio quantitativo alla politica, enfatizzando il “multitasking” senza porsi interrogativi sulla qualità delle sue molteplici responsabilità.
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