Ultimo in ordine di tempo a dire addio a Viale Mazzini è stato Corrado Augias, che approda su La 7. Prima di lui se ne erano andati, in polemica con il nuovo corso inaugurato dall’esecutivo di centrodestra, colleghi illustri come Fabio Fazio e Bianca Berlinguer
L’ultimo addio in casa Rai si è consumato pochi giorni fa. Dopo 63 anni di onorata carriera, Corrado Augias ha annunciato il trasloco su La7. “Un governo che sul piano generale si è dimostrato approssimativo e incompetente ha prodotto il massimo d’efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione Italiana”, ha sentenziato il giornalista, che dal primo dicembre condurrà ogni lunedì sera La torre di Babele, programma culturale.
Prima di lui ad abbandonare la nave in polemica con il nuovo corso inaugurato dall’esecutivo di centrodestra – i detrattori già l’hanno ribattezzata “TeleMeloni” – erano stati altri illustri colleghi, come Fabio Fazio, Bianca Berlinguer, e Lucia Annunziata. Mentre l’emorragia prosegue, i nuovi programmi non decollano e in alcuni casi sono dei flop conclamati, con ascolti a picco.
Appena lo scorso settembre era stata la volta di Massimo Gramellini, che come Augias da Rai Tre è sbarcato sulla tv di Urbano Cairo, editore del Corriere della Sera, di cui il giornalista è uno degli editorialisti. Il nuovo programma, in onda il sabato e la domenica in prima serata, si chiama “In altre Parole” e fa il verso a quello che conduceva sul terzo canale. Un doppio appuntamento che prova a “fare cultura e informazione con leggerezza”. Il conduttore assicura che dietro l’addio non c’è alcuna polemica con i vertici di Viale Mazzini. “È stata solo una scelta professionale. Non parlerei male della Rai neanche sotto tortura” tanto è vero che “la conversazione con La7 era in piedi da anni e nella scorsa primavera si è concretizzata”.
A stupire lo scorso luglio invece era stata Bianca Berlinguer, non tanto per l’abbandono della Rai ma per l’approdo su Mediaset. Dalla conduzione del Tg3, passando per Carta Bianca il martedì in prima serata, fino a Rete 4. Dopo oltre tre decenni in Rai, la figlia dello storico leader del Pci ha presentato la lettera di dimissioni ai vertici del servizio pubblico in cui ringrazia “per 34 anni di lavoro, svolti sempre in piena autonomia sia in qualità di direttrice che di conduttrice di programmi di approfondimento”.
La giornalista ha detto sì alla proposta dell’ad Pier Silvio Berlusconi e ha raggiunto la sorella Laura, già in forza a Canale 5. “È stata Mediaset a garantire le condizioni migliori per poter continuare quello che in questi anni abbiamo realizzato su Rai3. La Rai resterà per sempre nel mio cuore, con tutte le persone che hanno dimostrato di volermi bene e me ne vogliono ancora. Con Mediaset abbiamo pensato di cominciare una nuova avventura, tutto cambia: anche noi abbiamo avvertito il desiderio di fare una nuova esperienza”, ha spiegato la giornalista.
“Forse qualcuno si stupirà di trovarmi su questo canale e anche io sono un po’ sorpresa“, ha detto la conduttrice al debutto di È sempre carta Bianca in onda sulla tv fondata da Silvio Berlusconi. A l suo fianco della conduttrice, come su Rai3, lo scrittore-alpinista Mauro Corona.
L’abbandono che forse ha pesato di più è quello di Fabio Fazio, che dopo quarant’anni in Rai, lo scorso maggio ha lasciato la tv pubblica per traslocare, insieme alla sua spalla Luciana Litizzetto, sul Nove. A Warner Bros Discovery il conduttore ha portato in dote il suo programma, Che tempo che fa. Fiore all’occhiello di Viale Mazzini, il contenitore in onda da vent’anni la domenica in prima serata, garantiva alle casse della tv pubblica ascolti e introiti pubblicitari stellari, complici anche gli ospiti internazionali che negli anni è riuscito a portare sul piccolo schermo, da Barack Obama a Madonna, da Papa Francesco a Meryl Streep.
Un addio con contorno di polemica, arrivato dopo la vana attesa che il contratto, in scadenza a fine giugno, venisse rinnovato. “Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni. Me ne sono reso conto e quindi continuo a fare serenamente il mio lavoro altrove che è quello, che ho sempre fatto in questi 40 anni“, ha spiega Fazio.
Nel corso dell’ultima puntata del talk show, il conduttore ha ringraziato l’azienda in cui era entrato per prima volta nel 1983. Nel mezzo programmi importanti come Quelli che il calcio e due edizioni del festival di Sanremo. “Non posso che avere gratitudine verso la Rai e non potrei dire nulla contro questa azienda, perché è come se la dicessi a me stesso. Dei suoi 70 anni di vita, 40 la Rai li ha passati con me e io con lei. Grazie a tutti, ci ritroveremo, altrove ma ci ritroveremo”.
Pochi giorni dopo l’ufficializzazione dell’addio di Fazio, sono arrivate le “dimissioni irrevocabili” di Lucia Annunziata, conduttrice di In Mezz’ora, approfondimento politico della domenica pomeriggio. “Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni”, ha scritto la giornalista nella lettera inviata ai vertici di Viale Mazzini.
“Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestare a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque”, ha spiegato Annunziata, arrivata a metà degli anni Novanta in Rai, di cui è stata anche presidente tra il 2003 e il 2004.
Un caso a parte quello di Roberto Saviano, il cui programma, Insider – faccia a faccia con il crimine, è stato cancellato lo scorso luglio, sebbene fosse stato già registrato, Avrebbe debuttato proprio in questi giorni, come ha ricordato il giornalista sui social. “Oggi sarebbe dovuta andare in onda Insider, la mia trasmissione sulle mafie. Non ci sarà, perché è stata censurata, senza nessuna ragione, da questo governo. L’obiettivo è attaccare e isolare chi è contro. È la pratica di questa estrema destra che cerca di occupare la Rai e ogni possibile spazio culturale, e lo fa con una mediocrità estrema e radicale”, ha detto su Instagram.
Un tasto dolente su cui l’autore di Gomorra è tornato proprio ieri sera a Le Iene, su Italia Uno, che ha dedicato la puntata dedicata alla Camorra. “È puramente una vendetta politica, terribile, mi dispiace perché c’è stato un grande lavoro da parte della squadra”, ha detto a proposito della scelta dell’ad della Rai Roberto Sergio di cancellare il programma dai palinsesti autunnali per presunte “incompatibilità con il codice etico del servizio pubblico” dello scrittore che nel 2018 aveva apostrofato l’allora capo del Viminale Matteo Salvino “ministro della malavita”. “È molto brutto silenziare questo tipo di storie perché mostra che in realtà non c’è alcuna priorità del racconto antimafia. Se lo fa qualcuno che è politicamente sgradito, non ce ne frega niente, ti si cancella”.
Dopo le uscite di scena clamorose a preoccupare i vertici di Viale Mazzini adesso sono i palinsesti che stentano a decollare e in alcuni casi si sono rivelati dei veri flop. A cominciate dal nuovo programma di Rai tre condotto da Nunzia De Girolamo Avanti Popolo, che nell’ultima puntata si è fermata sotto il 2% di share. Sullo stesso canale, male anche Camilla Raznovich con Macondo. Su Rai 2 viaggiano in acque critiche Il mercante in fiera di Pino Insegno e Fake Show di Max Giusti. Per non parlare di Liberi tutti di Bianca Guaccero, che ha chiuso i battenti alla terza puntata. Anche sulla rete ammiraglia, i nuovo programma di Carterina Balino La Volta buona registra ascolti deludenti.
Un flop dietro con ascolti in picchiata che hanno messo in agitazione la commissione di Vigilanza Rai. “Dopo Fazio, Annunziata, Berlinguer, Gramellini e la punizione contro Saviano, la Rai perde anche Augias, facendo un favore alle concorrenti private. Senza una strategia di prodotto, contenuti e nomi di qualità crollano gli ascolti. Il servizio pubblico riconquisti autorevolezza“, è il commento della consigliera, eletta in quota Pd, Francesca Bria.
“I nuovi vertici Rai messi dal Governo Meloni stanno praticamente smantellando la Rai“, infierisce il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro.
“Gli ascolti vanno male. Il canone viene tagliato e, di conseguenza, le risorse diminuiscono. L’indebitamento aumenta e non si vede all’orizzonte alcuna diminuzione degli sprechi. La situazione del servizio pubblico radiotelevisivo è dunque grave”, sintetizza Stefano Graziano, capogruppo dei parlamentari Pd in commissione.
A preoccupare i vertici della Rai infatti è anche la sforbiciata al canone prevista dalla Manovra 2024, attualmente in discussione al Senato, da 90 a 70 euro. I mancati introiti verranno compensati in buona parte da uno stanziamento di 420 milioni di euro nel 2024. Non abbastanza da rassicurare il cda della Rai, che infatti ipotizza di innalzare i tetti pubblicitari.
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