Rimani informato sulle modifiche che cambieranno il panorama fiscale con la riforma fiscale 2024: le nuove aliquote, contenziosi e tanto altro.
I primi provvedimenti attuativi saranno implementati a partire da gennaio 2024 e riguarderanno principalmente i procedimenti di contenzioso e le modalità di composizione degli accertamenti. Successivamente, verranno adottate misure per armonizzare le rendite finanziarie, stabilire nuove aliquote fiscali per famiglie e imprese e ridurre le spese fiscali agevolate. “Questa è una riforma che il nostro paese attende da oltre cinquant’anni; è di fondamentale importanza portarla a termine”, riflette Maurizio Leo, il viceministro all’Economia, figura di fiducia del primo ministro Giorgia Meloni per una delle sfide più rilevanti del suo governo. Inoltre, Leo aggiunge che sarà introdotto un provvedimento-chiave “per attrarre multinazionali in Italia”.
Il Viceministro Leo ha espresso l’intenzione di ottenere l’approvazione della legge delega sulla riforma fiscale entro la pausa estiva. Il nuovo disegno di legge delega è completo e ambizioso, essendo stato elaborato per riformare l’intero sistema tributario. Nonostante le difficoltà, si nota un forte spirito di collaborazione, persino con le opposizioni. Il lavoro in commissione è stato eccezionale e mercoledì scorso il testo è stato approvato alla Camera. Attualmente, si trova al Senato, dove saranno necessari ulteriori interventi. L’obiettivo rimane quello di approvare tutto prima della pausa estiva. Questa riforma fiscale rappresenta un’opportunità storica, attesa da oltre cinquant’anni in Italia.
Dopo l’approvazione, il governo metterà in vigore i primi decreti attuativi. Penso che i primi decreti legislativi riguarderanno i procedimenti fiscali, come il contenzioso, l’accertamento, il concordato preventivo biennale e la cooperazione volontaria. Queste misure sono di grande importanza e rappresentano la prima fase di un percorso più ampio per rendere il sistema fiscale semplice, veloce ed equo. Speriamo che i tempi del processo parlamentare ci permettano di iniziare l’attuazione della delega entro la fine dell’anno e che i primi decreti entrino in vigore già a gennaio 2024.
L‘obiettivo finale è quello di riformare il sistema fiscale italiano, migliorando l’efficienza e la trasparenza, al fine di promuovere la crescita economica e garantire una maggiore equità nel settore fiscale.
Molti cambiamenti non implicano spese: questo vale, ad esempio, per le numerose semplificazioni. E vale anche per l’accertamento, il contenzioso, la riscossione. In generale, la delega non specifica cifre precise. Nell’autunno il Nadef fornirà informazioni sui veri margini di manovra. Al momento è difficile fare previsioni.
Sulla tassazione di tutte le rendite finanziarie si sta cercando di portare avanti una vera e propria rivoluzione copernicana, ovvero eliminare la divisione tra redditi da capitale e altri tipi di redditi finanziari, in modo tale da farli rientrare tutti in una sola categoria. Superare il meccanismo della tassazione sul maturato e prevedere la compensazione tra i redditi da capitale e le minusvalenze, ma mantenendo l’applicazione delle norme anti-elusive per contrastare eventuali comportamenti abusivi. Le opportunità di semplificazione sono ampie, ma prima di parlare di aliquote, bisogna stabilire le basi per razionalizzare il sistema.
Il Partito Democratico di Elly Schlein solleva delle critiche sulla riforma sostenendo che questa ridurrà il sostegno fiscale alle fasce deboli della popolazione. Tuttavia, è importante notare che il governo ha già adottato numerose misure a favore delle fasce deboli, come testimoniato dalla Legge di Bilancio, le risposte immediate al caro bollette e le misure per combattere l’inflazione. Questi sono fatti che vanno oltre il mero giudizio politico di merito, che non dovrebbe essere ideologico. Inoltre, il governo continuerà a proteggere le fasce più deboli attraverso la delega fiscale. Ad esempio, si prevede di introdurre agevolazioni specifiche per i redditi da lavoro dipendente, aumentando il tetto dei fringe benefit e detassando le tredicesime, gli straordinari oltre un certo limite e i premi di produttività. Si stanno anche studiando misure per facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Queste sono solo alcune delle azioni che il governo sta adottando per sostenere le fasce deboli.
Parlando della riforma in generale, ci sono anche disposizioni per attirare le grandi multinazionali che attualmente hanno sede in Irlanda. Questa misura mira a renderci più attrattivi per gli investimenti esteri, e sarà basata su tre pilastri: regole certe, un sistema fiscale favorevole e una tassazione equa. Tuttavia, è importante sottolineare che non possiamo aspettarci di attirare investimenti e ricchezza se il quadro normativo è confuso e incerto come lo è attualmente. Alcune aziende che sono venute in Italia si sono trovate ad affrontare controversie legali e accuse di abuso del diritto. Al contrario, le aziende straniere che scelgono di investire nel nostro paese devono avere la garanzia di un quadro normativo chiaro, un rapporto aperto con le autorità fiscali, e una tassazione adeguata e giusta.
La riforma delle detrazioni fiscali comporterà una riduzione delle stesse, una semplificazione e un conseguente ridimensionamento delle spese fiscali. Attualmente si contano ben 626 di queste detrazioni, una vera Babele. È possibile intervenire in questo ambito e ottenere ulteriori risorse per una migliore calibrazione delle aliquote Irpef.
La tassazione del reddito rappresenta uno dei punti chiave della delega. Attualmente ci sono meccanismi di tassazione differenziati per le imprese, con le società di capitali che pagano in un certo modo, le società di persone che godono di trasparenza fiscale e le persone fisiche-imprenditori che sono soggette alla progressività dell’Irpef. Tutti dovrebbero poter accedere a un sistema di tassazione proporzionale, nel limite in cui gli utili rimangono nell’ambito dell’impresa o in assenza di prelievo da parte dell’imprenditore individuale. Se continuassimo in questa direzione, eviteremmo di creare asimmetrie tra diversi tipi di imprese.
Il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, ha sollevato l’allarme riguardo alla concorrenza fiscale sleale che mette a rischio il mercato unico. Sicuramente un tema di rilevanza, che però andrebbe affrontato a livello europeo. A tal proposito, è incluso nella delega un criterio guida per l’applicazione della Direttiva UE n. 2022/2523 sulla Global Minimum Tax, una tassazione minima per le multinazionali che operano a livello globale. Indipendentemente da questo, è previsto anche un intervento nella delega fiscale per garantire certezza del diritto e individuare casi di dumping fiscale. Solo attraverso tali incentivi possiamo cercare di contrastare la concorrenza fiscale sleale, mentre aspettiamo che il tema venga trasportato in discussione dai capi di Stato e dai governi europei.
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