Potrebbe arrivare una vera e propria rivoluzione sulle pensioni. La magistratura contabile spinge verso un’età unica di uscita per le pensioni anticipate.
La Corte dei Conti nell’audizione al Senato sulla Manovra 2024 ha suggerito un’opportunità da considerare in modo approfondito.
La Legge di Bilancio 2024 dovrà essere pubblicata in via definitiva entro il 31 dicembre 2023. Rispetto al testo di bozza ci sono state delle conferme, delle modiche e ora spuntano anche delle soluzioni alternative interessanti. Il tema di riferimento è quello delle pensioni. Sappiamo bene che le risorse per attuare la vera Riforma delle Pensioni erano insufficienti. Ciò non significa che non potremmo assistere ad una rivoluzione.
Al momento i cambiamenti più significativi riguardano l’aumento del limite da 2,8 volte l’assegno minimo a 3,3 volte per i contributivi puri e le variazioni di Quota 103. Si passa al sistema contributivo per tutti e si allungano le finestre di decorrenza fino a sette mesi per i dipendenti privati e nove mesi per i dipendenti pubblici. Il requisito anagrafico dell’APE Sociale salirà a 63 anni e cinque mesi mentre ci sono ancora dubbi su Opzione Donna e l’uscita a 61 anni. In tutto questo interviene la Corte dei Conti con un suggerimento.
Età standard per le uscite anticipate, la proposta
L’idea è di una soglia anagrafica comune per i lavoratori interamente contributivi e misti con riferimento alle pensioni anticipate. La Corte dei Conti suggerisce al Governo di valutare la possibilità di unificare l’età di pensionamento anticipato con correzioni del trattamento per chi ha una parte dell’assegno calcolato con sistema retributivo.
Un suggerimento/invito che si affianca ad un’altra proposta. Secondo i magistrati contabili, è auspicabile che si arrivi il prima possibile ad un assetto stabile della normativa in materia di uscite. L’intento dovrebbe essere quello di stabilire regole equilibrate, che non cambino frequentemente e che possano soddisfare le esigenze micro e macro economiche.
Un altro problema da affrontare, poi, viene riportato dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Il riferimento è alla bassa e discontinua contribuzione pensionistica delle giovani generazioni. Senza un cambiamento di rotta le previsioni sono pessime con pensioni molto basse. L’Upb invita l’esecutivo, dunque, a riflettere e dibattere non solo sulle regole e sui parametri del sistema pensionistico ma anche sul mercato del lavoro in generale e sul rafforzamento degli istituti di welfare per i giovani. Da studiare anche la fiscalità e la crescita proiettate ad un inserimento inclusivo dei giovani nel mondo del lavoro.
Al momento, comunque, l’Upb ha apprezzato i cambiamenti pensionistici inseriti nella Manovra perché segnalano una direzione differente rispetto a quella degli ultimi anni.