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Spettacolo

Sanremo: le performance degli artisti internazionali più iconiche

Ecco una serie di perfomance di artisti internazionali a diversi Festival di Sanremo che probabilmente non ti ricordavi

Il Festival di Sanremo non è solo canzoni e momenti (anche imbarazzanti), anche se la maggior parte del tempo la trascorriamo davanti alla televisione per commentare sarcasticamente ciò che vediamo tra un tweet e l’altro.

Ogni anno capita che ci sia l’esibizione dell’ospite internazionale che, oltre alle varie polemiche del caso su quanto sia costato, ci fa sempre rimanere a bocca aperta.

Negli ultimi anni la questione si è ridimensionata e le gestioni sia di Amadeus che prima di Baglioni preferiscono i cantanti nostrani: nel 2023 gli ospiti sono stati i Måneskin, i Black Eyed Peas, Al Bano  e Massimo Ranieri, ma fa quasi fantascienza pensare che un tempo a calcare il palco del Festival ci siano stati i Queen, gli Smiths o David Bowie. Ecco allora le esibizioni indimenticabili degli ospiti internazionali al Festival della Canzone Italiana.

Gli ospiti internazionali più importanti apparsi al Festival di Sanremo

Iniziamo dalle più vecchie a quelle più contemporanee: nell’edizione del 1978 Grace Jones si è esibita sul palco dell’Ariston con La vie en rose di Edith Piaf: playback totale e movenze che farebbero ringalluzzire anche un anziano. Anche se la voce non è quella epica e tremolante della francese, la Grace incantò e tirò fuori acuti, sensualità e un pizzico di scandalo che a Sanremo non fa mail male.

Passiamo poi all’esibizione dei Kiss nel 1981 (erano in tre) con la canzone I: inizialmente letteralmente molestano una presentatrice a caso mentre cerca di dare loro l’ambito Telegatto, poi suonano uno dei pezzi meno conosciuti della loro intera carriera tra petardi e situazioni borderline.

Esibizione al festival di Sanremo del 1985 dei Duran Duran – https://www.chiekete.eu/ – Spraynews.it
Nel 1984 ci fu la performance di Radio Ga Ga (purtroppo in playback) dei Queen, quelli veri, con Freddie Mercury con i baffi che si muove come se fosse un dio della perversione e resta uno dei dei più grandi performer della storia del rock, senza se e senza ma.
Arrivarono a Sanremo anche i Duran Duran nel 1985 cantando in playback Wild Boys, l’inno dei paninari: in questa situazione il grande Baudo riesce solo a dire, riferendosi a Andy Taylor, “Questo è sposato con una napoletana!”.
Nel 1986 arrivarono i Depeche Mode al massimo splendore che cantarono in playback Stripped, il singolo dall’album Black Celebration e colorano di nero pece il Festival. Grazie a Dio la platea non sa l’inglese e non capisce Dave Gahan quando canta “Voglio vederti nuda fino all’osso”.
I bei tempi delle star internazionali totali è segnato anche dalla partecipazione di Whitney Houston nel 1987 che incanta la platea con una versione di All At Once, uno di quei pezzi in cui alla fine si alzano anche i funzionari Rai a tirare le rose sul palco.

Sempre nel 1987 c’è stata l’esibizione della canzone più tamarra del metal suonata nella gioia del playback dagli Europe, ovvero The Final Countdown.

Take That a Sanremo hanno fatto urlare d’isteria ogni ragazzina che, nel 1994, era tra i 9 e i 17 anni. Relight My Fire la cantava Gary Barlow mentre gli altri quattro, compreso Robbie Williams, ballavano quelle coreografie macho che andavano in quell’epoca.

A Sanremo si sono portati anche Lulu, star degli anni ’70. In questa occasione Pippo Baudo ruba la scena, conta fino a tre in inglese e muove la gamba a tempo.

Nel 1996 la voce potente di Mike Bongiorno pronunciò perfettamente il nome di David Bowie e poi apparve il mito che sciocca tutto l’Ariston con un pezzo un po’ jungle e un po’ chitarrone, ovvero Little Wonder.

Sempre nel 1996 c’è stata la performance dei Blur con Charmless Man senza Graham Coxon alla chitarra, sostituito con un cartonato a grandezza naturale.

Nel 1997 si fece la storia con l’ospitata degli The Smiths: prima un’intervista a Morrisey e poi tre canzoni in playback con testo sottotitolato, giusto per far partecipi i miei genitori e i miei nonni delle parole taglienti e dell’ironia feroce della più grande band inglese. Le canzoni erano Ask, Shoplifters of the World Unite The boy with the thorn in his side.

Dieci anni dopo Whitney Houston, appare agli spettatori di Rai Uno Madonna che canta Frozen in playback e qui si vede un Raimondo Vianello che invece di intervistarla la caccia direttamente dal palco.

Una band di quelle serie, che ha fatto la doppia storia dell’indipendente e del mainstream d’autore sul palco del Sanremo di Fazio del 1999 sono i R.E.M: un bel momento in cui suonano due canzoni molto diverse tra loro ma sicuramente molto belle, Daysleeper Lotus.

Nel 2001 Megan Gale introdusse i Placebo che servirono un po’ di fuzz e distorsioni chitarristiche all’assonnata platea dell’Ariston, in verosimile playback per poi fare il numero di spaccare la chittara all’amplificatore e farsi dare degli scemo buffone dagli spettatori del teatro dell’Ariston.

Infine, Damien Rice nel 2014 al Sanremo di Fazio: lui arrivò con il chitarrino e suonando due pezzi talmente struggenti da far rimanere secchi gli animi sensibili alla tv: Cannonball The Blower’s Daughter.

Russel Crowe è l’ospite internazionale del 2024

Nell’arena dell’Ariston nel 2024 arriverà l’attore Russell Crowe a più di vent’anni dalla sua prima esibizione a Sanremo del 2001 con un’esibizione insolita che farà ballare e cantare i telespettatori accompagnato dalla sua band.
Russel Crowe sarà ospite all’edizione 2024 del Festival di Sanremo – https://www.instagram.com/vivarai2off/ – Spraynews.it
L’annuncio di questa mattina durante Viva Rai2! la trasmissione quotidiana condotta da Fiorello: l’appuntamento con Russell Crowe, questa volta in veste di musicista e non di attore pluripremiato, è per giovedì 8 febbraio 2024 nella terza serata del Festival della Canzone Italiana.
L’attore, interpellato da Fiorello ha affermato: “Ciao Amadeus, ciao Fiorello, sono felicissimo dell’invito al festival di Sanremo e non vedo l’ora di raggiungervi. Non vedo l’ora di venire in Italia perché ho scoperto di essere anche di origini italiane, precisamente di Ascoli Piceno. Ciò che mi connette all’Italia, ora lo so per certo, è un legame di sangue. A presto, ciao Amadeus, ciao Italia, al mio segnale scatenate l’inferno!”, ha concluso Crowe che è già stato ospite di Sanremo nel 2001, nel festival condotto da Raffaella Carrà, sull’onda del successo del film Il Gladiatore.
Giulia De Sanctis

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