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Spettacolo

Sanremo, perché il Festival si svolge sempre nella città ligure? Il motivo che in pochi conoscono

La sorprendente storia della più famosa kermesse musicale d’Italia, perché il Festival si svolge a Sanremo? Le cose che nessuno sapeva.

Perché il Festival si svolge a Sanremo? Nel 2024 siamo arrivati alla edizione numero 74. È una vita che la manifestazione si ripete di anno in anno nella conosciutissima località della Liguria. Ora l’evento è diventato evocativo di quella che è nota anche come la Città dei fiori.

Non c’è altro evento che possa eguagliare il Festival di Sanremo in quanto ad importanza che è riuscita a sposarsi con il luogo dove lo stesso si svolge annualmente. Soltanto in alcuni sport come la Formula 1 possiamo vivere qualcosa di simile, con ad esempio il Gran Premio d’Italia a Monza.

E perché il Festival si svolge a Sanremo? Certamente una parte importante la gioca anche la location, con il Comune ligure che gioca molto del suo appeal grazie al mare che lo caratterizza. Ed alle vie piacevoli da percorrere a piedi.

Ci sono però alcuni aspetti e retroscena che non sono noti ai più. Come ad esempio il fatto che il Festival a Sanremo ci è arrivato da fuori, provenendo da un’altra Regione d’Italia.

Perché il Festival si svolge a Sanremo? Quante vicende non note

Teatro Ariston Sanremo (Blueshouse.it)

Ci fu un antenato del Festival che affondò le sue radici in un fatto avvenuto alla fine del 1931. In quell’anno Luigi De Santis di Napoli, che era il concessionario del Casinò, diede vita ad una rassegna incentrata sulla canzone napoletana che si svolse dalla vigilia di Natale di quell’anno fino al 1° gennaio del 1932.

Si chiamava “Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”. Quel format venne ripreso a distanza di alcuni anni, nel 1945, imitato al meglio delle possibilità, da Amilcare Rambaldi, un floricoltore di Sanremo che intuì come la kermesse avrebbe potuto anche giovare all’economia locale.

Non ci furono i presupposti per procedere, con questa idea che venne adottata invece dalla toscana Viareggio. La cittadina di mare in provincia di Lucca lanciò alla “Capannina del Marco Polo” una manifestazione canora chiamata “Festival della Canzone Italiana”. Il suo ideatore fu Aldo Valleroni e ci fu anche la copertura radio in diretta della neonata Rai.

Di questa kermesse però si ebbe un solo seguito nell’estate seguente, poi tutto quanto morì per mancanza di disponibilità economica. Non era più possibile fare fronte al cachet richiesto dai cantanti partecipanti. Da Viareggio ci si spostò quindi a Sanremo.

Fu merito di Angelo Nizza, direttore artistico del Casinò della cittadina ligure, fece pressione ai personaggi giusti per convincerli ad organizzare un festival. Cosa che avrebbe potuto fare da richiamo anche per tanti turisti.

Anche il ciclismo ha contribuito a portare il Festival a Sanremo

E complice pure la famosa gara ciclistica Milano-Sanremo, alla fine il Festival di Sanremo – il Festival della Canzone Italiana – vide la luce. La corsa ciclistica portava in Liguria migliaia di persone tutte desiderose di potere ammirare Gino Bartali e Fausto Coppi su tutti.

Tutti gli esponenti politici locali erano convinti che avrebbero potuto fare di Sanremo la capitale vacanziera per la ricca borghesia. La prima edizione si ebbe il 29 gennaio del 1951, dopo gli esperimenti ed i “proto-Festival” degli anni prima.

Il presentatore era Nunzio Filogamo e tra i soli tre partecipanti – Achille Togliani, Nilla Pizzi ed il Duo Fasano – che cantarono a turno venti canzoni, fu la seconda a spuntarla. Nilla Pizzi vinse con “Grazie dei fiori”. Ed era destino che vincesse un brano dal titolo simile, nella Città dei Fiori.

Oggi le cose sono cambiate e ci sono state tante altre edizioni rimaste nel cuore di molti. Anche figure come Pippo Baudo sono diventate iconiche grazie al Festival. L’edizione iniziata il 6 febbraio del 2024 ha il suo regolamento ufficiale al quale è fondamentale attenersi. E c’è una curiosità: la parola più usata nei testi dei vari partecipanti attuali non è italiana, con grossa sorpresa di tutti.

Salvatore Lavino

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