Santino Tuzi: il carabiniere suicida del giallo di Serena Mollicone

Nel giallo sulla morte di Serena Mollicone, avvenuta nel 2001 e rimasta ancora oggi senza colpevoli, il suicidio di Santino Tuzi ha un ruolo chiave.

Santino Tuzi, quante volte chi ha seguito le varie fasi dell’inchiesta sulla morte di Serena Mollicone avrà sentito questo nome. Si tratta del brigadiere dell’Arma dei Carabinieri che – secondo le indagini – per primo squarciò il velo di omertà sul giallo della giovane di Arce. I fatti risalgono, come si ricorderà sicuramente, al giugno del 2001, quando la ragazza sparì nel nulla, per poi essere ritrovata priva di vita due giorni dopo.

Una ricostruzione della vicenda è stata fatta dalla criminologa Roberta Bruzzone, mentre appena una ventina di giorni fa, un parrucchiere di Arce ha rilasciato una testimonianza inedita a Farwest, il programma di Raitre condotto da Salvo Sottile. In questi giorni, è in corso il processo d’Appello per l’omicidio della ragazza, con una famiglia intera sul banco degli imputati.

Le accuse di Santino Tuzi, il suicidio, le parole della figlia Maria: un giallo ancora aperto

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Maria Tuzi in un’intervista televisiva (Spraynews.it)

Invece, è morto senza conoscere la verità sulla morte di sua figlia, il signor Guglielmo Mollicone, un uomo che si è dimostrato molto coraggioso, nell’inseguire una verità per 18 lunghi anni, fino a quando un malore non lo ha costretto a un lungo ricovero e poi gli ha stroncato la vita. In primo grado, due anni dopo la morte di Guglielmo Mollicone, gli imputati per la morte di sua figlia sono stati assolti.

Si tratta – ma anche questo è noto – del maresciallo della caserma di Arce, di sua moglie e di suo figlio: Serena Mollicone sarebbe morta per aver tentato di denunciare quest’ultimo e i suoi traffici illeciti. La famiglia coinvolta, i Mottola, hanno sempre respinto queste tesi, basate tra l’altro sulle dichiarazioni rese dal brigadiere Santino Tuzi, morto in circostanze misteriose l’11 aprile 2008.

Sua figlia Maria Tuzi tiene viva la memoria del padre e non ha mai creduto alla tesi del suicidio: la circostanza particolare è che il 28 marzo 2008, per la prima volta, Santino Tuzi confessa di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma il giorno della sua scomparsa. Dichiarazioni che poi ritratta e quindi riconferma: la difesa dei Mottola lo ritiene inattendibile, la figlia del brigadiere ha spiegato di non poter accettare questo.

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