Nascosta dalla fitta foresta pluviale, è emersa una tomba precolombiana che farà luce sul periodo più luminoso della civiltà Maya
Il fascino per le civiltà perdute è sempre estremamente coinvolgente. Poter camminare attraverso rovine di una cultura che ha segnato per sempre la storia dell’umanità è un momento emozionante. In Italia, ad esempio, ci sono gli splendidi scavi di Pompei, o i Fori Imperiali, a testimonianza imperitura di una grandezza, quella dell’Impero Romano, lontana millenni eppure ancora invidiabile e viva ai nostri giorni. E sono solo due esempi istintivi tra i tantissimi possibili.
In tutto il mondo esistono scavi atti a riportare in superficie e a studiare antiche civiltà, come ad esempio in Egitto o nel centro America, per le civiltà precolombiane. Proprio riguardo queste ultime, è stata fatta una scoperta sensazionale che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’archeologia. È un ritrovamento che riesce a dare moltissime informazione su una cultura unica: l’antica civiltà dei Maya.
La civiltà dei Maya è tra le più conosciute del mondo, e la sua grandiosità è a dir poco celebre. Non solo grazie a miti, film e libri che hanno ammaliato il pubblico con il concetto di archeologo d’avventura. L’impatto dei Maya sulla storia dell’umanità è grandissimo. Basti pensare che uno dei suoi complessi più antichi, Chichén Itzá, risalente al 500 d.c. e situato nello Yucatan, è inserito dall’Unesco nella lista delle sette meraviglie del mondo moderno.
Tuttavia, uno dei suoi siti già noti era ancora rimasto parzialmente inesplorato. Si tratta del sito di Chochkitam, nel Guatemala del nord. Ciò è dovuto al fatto che questo sito si trova nella foresta pluviale del Petén, molto fitta e inospitale. Il sito già era stato identificato più di un secolo fa, ma il terreno insidioso e la logistica critica avevano impedito a qualsiasi spedizione un’esplorazione più approfondita.
Dai reperti superficiali si è sempre ipotizzato che fosse un sito legato ad una dinastia aristocratica ancora sconosciuta. Ma è stato l’archeologo Francisco Estrada-Belli, in una spedizione in collaborazione con l’università di Tulane, a fare un passo avanti decisivo. Grazie alla tecnologia lidar, che riesce ad ovviare alla densità della foresta e a mappare con uguale precisione il terreno, il sito è stato finalmente identificato con impensabili dettagli. Dai rilevamenti al lidar è emersa la presenza di una tomba.
Dopo aver scavato quasi 10 metri, sono emersi dei cunicoli che sfociavano in quello che in apparenza sembrava un pozzo. Il rinvenimento di un cranio, di denti e di una sorta di sarcofago di pietra ha dato ad Estrada-Belli e al suo team la certezza che fosse un luogo di sepoltura. Dalla tomba mancavano però delle parti, forse quelle preziose, il che voleva dire che comunque qualche razziatore di tombe era riuscito a penetrare fin lì.
C’era però anche una scatola contenente una tipica offerta sacrificale dei Maya, ovvero 16 conchiglie di spondylus, che all’epoca erano preziose come dei gioielli o delle monete. Inoltre, all’interno della tomba erano conservati alcuni pezzi di giada. Ricomposti nel modo corretto, questi pezzi formavano una vera e propria maschera funeraria, di grande valore. Le conchiglie e la maschera funebre hanno permesso al team di esploratori di affermare che quella era la tomba di un re.
Dalle epigrafi lì presenti si è potuto risalire all’identità del re: “Dio del Sole”, in lingua maya Itzam Kokaj Bahlam. Estrada-Belli e il team di esploratori hanno datato quei reperti e quella tomba intorno a circa 1700 anni fa. Quel periodo era il periodo di massimo splendore della civiltà Maya. Ciò rende il ritrovamento ancora più sensazionale, perché paradossalmente proprio quel periodo appare ancora oggi come quello tra i più nebulosi.
I siti e i reperti inerenti al periodo classico della civiltà Maya, infatti, sono stati ampiamente depredati e saccheggiati dai razziatori nel corso dei secoli. La scoperta di Estrada-Belli assume quindi un’importanza ancora maggiore. Il Guatemala ha quindi offerto al mondo un grande scorcio archeologico. Se siete anche amanti dei paesaggi naturali mozzafiato e dei viaggi economici, sappiate che il Guatemala è uno dei paradisi tropicali da non perdere!
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